Buseto Palizzolo. Sfogo del sindaco sull'incendio del Bosco di Scorace
Nota di Roberto Maiorana tra rammarico e propositi
"Il Bosco di Scorace non c'è più...lo dicono in molti, me lo ripeto incredulo anch'io. Poco da aggiungere alle immagini che circolano sulla devastazione che si è consumata nella giornata del 18 agosto 2022. Data che resterà realmente impressa a fuoco nella memoria di un intero territorio".
Lo scrive il sindaco di Buseto Palizzolo, Roberto Maiorana, a due giorni di distanza dall'incendio del bosco di Scorace, in una nota che trasuda amarezza, nostalgia e anche rabbia. Questo, il seguito del documento:
"Non solo cittadini busetani, molti visitatori del bosco provenivano da ben oltre i confini comunali, appassionati di trekking, di pic-nic, di raccolta di funghi, o semplicemente attratti da quello che Scorace poteva offrire, con la sua biodiversità, con i suoi profumi inconfondibili, con i suoni e i colori della natura che ormai è diventato sempre più difficile poter apprezzare.
Un polmone verde, un'area di interesse naturalistico, sia per la flora che per la fauna, tutte cose che ci siamo detti e ripetuti nel corso degli anni per poter programmare e progettare in funzione di una sempre più concreta valorizzazione.
Ma non c'è più quel bosco, non ci sono più i profumi, solo odore di bruciato, solo paesaggi spettrali con ceneri, tronchi carbonizzati, fronde imbrunite e la luce che dall'alto penetra violentemente fra questi scheletri dove prima era invece filtrata dalle fronde e assorbita dal sottobosco, fornendo riparo alla fauna locale da occhi indiscreti. Non c'è più quel patrimonio che nel corso di anni, decenni anzi, è stato costruito, valorizzato e preservato da generazioni di nostri nonni, genitori, parenti, amici, che per la maggior parte lavoravano come stagionali "alla forestale", e che con le loro fatiche, il loro amore per il territorio lo hanno sapientemente reso fruibile e contemporaneamente protetto, affinché tutti potessero godere di tale bellezza naturale.
Chiunque a Buseto ha un parente o un conoscente che ha lavorato al bosco, per il bosco. "U voscu", per molti ha rappresentato una fonte di sostentamento per la famiglia e contemporaneamente un patrimonio da custodire e tramandare nel tempo. Tante volte ho sentito anziani forestali raccontare episodi lavorativi, dare suggerimenti ai giovani, vantarsi (nel senso più nobile del termine) di aver fatto questa o quell'opera all'interno del bosco.
Non voglio entrare nel merito delle cause che hanno consentito tale devastazione, le autorità competenti sapranno come agire e mi auguro che lo facciano in tempi brevi.
Questo è il momento del dolore, della riflessione, ma anche della necessità di guardarsi in faccia e capire che ci è stato sottratto un bene preziosissimo, e che le fatiche di migliaia di persone succedutesi negli anni è stata resa vana in poche ore dalla mano di qualcuno che è difficile definire, se non con epiteti pesanti e poco garbati.
E' il momento in cui sull'onda emotiva tutti vorrebbero fare qualcosa, ma la cosa più importante è cercare di tenere viva questa emozione a lungo, mostrando ai più giovani quali idiozie si possano compiere se manca la cultura del rispetto dell'ambiente. Proviamo allora a far germogliare nei più giovani questo sentimento: loro cresceranno assieme ai nuovi alberi che dovranno essere piantati per mantenere l'assetto idro-geologico e ricreare l'ambiente che tutti abbiamo conosciuto.
Saranno gli esperti a dirci come e quando questo sarà possibile, mi auguro al più presto. Saranno le deroghe alle norme esistenti a far superare il vincolo che impedisce di rimboschire prima di cinque anni dal passaggio del fuoco sulle aree boschive; l'unica certezza è che non possiamo permetterci di aspettare troppo tempo, sarebbe a mio avviso una catastrofe nella catastrofe".