Cane avvelenato di fronte la sua abitazione, condannata consigliera di Santa Ninfa

Cane avvelenato di fronte la sua abitazione, condannata consigliera di Santa Ninfa

Provocò la morte di un cane, deceduto pochi giorni dopo aver ingerito del veleno per lumache posizionato in una ciotola di fronte la sua abitazione. La vice presidente del consiglio comunale di Santa Ninfa (eletta nel 2018), Maria Terranova, è stata condannata dal giudice monocratico del tribunale di Sciacca, Paolo Gabriele Bono, a sette mesi di reclusione oltre gli onorari causa. Terranova ha ottenuto la sospensione della pena ma, come stabilito dal giudice, dovrà effettuare lavori di manutenzione e cura del patrimonio pubblico, comprese ville e giardini per la durata di sette mesi, non retribuiti. A vigilare il regolare adempimento sarà il comandante della stazione dei carabinieri di Santa Ninfa. Entro novanta giorni sarà depositata la motivazione. I fatti risalgono al 2016. La consigliera avrebbe causato la morte del cane di nome Cecè, un jack russel di 18 mesi, per avere lasciato delle esche velenose per lumache (metaldeide) all’interno di una ciotola davanti alla sua abitazione. Il cane, dopo atroci sofferenze, curato dai veterinari Salvatore Lo Curto ed Emanuela Castronovo dell’ambulatorio di Salemi e successivamente dal medico Paolo Arena di Carini è poi deceduto. La proprietaria di Cecè ha poi esposto la denuncia nei confronti della donna che durante le fasi del processo, si sarebbe difesa dicendo che le esche servivano per debellare le formiche e le lumache che stavano attaccando le sue piante. L'avvocato della consigliera ha annunciato il ricorso in appello.