Paceco, redatto l'atto di nascita del piccolo Francesco Alberto

Paceco, redatto l'atto di nascita del piccolo Francesco Alberto

È pacecoto a tutti gli effetti, il neonato trovato lo scorso 4 ottobre tra le sterpaglie di un’area limitrofa all’Istituto comprensivo Giovanni XXIII di Paceco. Lo certifica l’atto di nascita che è stato redatto nel locale Municipio, in presenza di un paio di dottoresse che tuttora si prendono cura del piccolo nel reparto di Neonatologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate.

Al doppio nome Francesco Alberto, scelto in onore rispettivamente del Patrono d’Italia e del primo carabiniere che ha preso in braccio la creatura al momento del ritrovamento, è stato aggiunto un cognome, quello di una delle dottoresse presenti negli uffici dell’Anagrafe; ma è un cognome provvisorio, destinato ad essere sostituito quando arriverà il momento dell’adozione.

Alla registrazione dell’atto di nascita hanno assistito in molti, a partire dal sindaco, Giuseppe Scarcella, che rileva come Francesco Alberto sia il primo nato a Paceco dopo decenni, perché quasi tutte le nascite dell’hinterland trapanese avvengono da parecchio tempo nelle strutture sanitarie che si trovano nel territorio ericino e, di conseguenza, intere generazioni risultano nate ad Erice.

C’erano anche le telecamere delle testate nazionali a immortalare la stesura dell’atto di nascita al Comune di Paceco, sulla scia dell’onda mediatica che si è creata dopo la scoperta di quel corpicino che si muoveva a stento dentro un sacchetto di plastica aperto. Ma ancor prima che la notizia del ritrovamento avesse eco a livello nazionale, centinaia di persone si sono prodigate e dichiarate disponibili a dare aiuti o accoglienza al neonato, prima da Paceco e dai comuni limitrofi, poi anche da altre province siciliane e da altre regioni.

Ma intanto, dal Centro Affidi e Adozioni Distrettuale è stato reso noto che “le numerose richieste finora pervenute di disponibilita all’accoglienza del piccolo Francesco non potranno essere prese in considerazione, in quanto non conformi alle regolari procedure per l’adozione, regolamentate dalla normativa di riferimento”.