La passeggiata, una riflessione del nostro fenicottero impertinente

A Trapani conviene dormire e sognare la bellezza, piuttosto che rimanere svegli e vedere la tristezza

La passeggiata, una riflessione del nostro fenicottero impertinente

Capita a tutti di farsi una passeggiata; fa bene, dicono i medici.
Farla a Trapani, poi, è bellissimo. Non c’è un angolo della città dove non ci sia un albero o un giardino. Tutti belli rigogliosi curati dai migliori giardinieri. In tutte le piazze il verde splende nella sua offerta magistrale. Distese di prati e aiuole di fiori, buganvillee, rose e viole, arricchiti da fontane dai giochi d'acqua colorati che si vedono anche di notte e comode panchine all’ombra di alberi secolari per sedersi per osservane lo spettacolo strabiliante e starsene intere giornate seduti ad ammirare questa gioia e infinita offerta.

A Trapani le aeree pedonali hanno rubato, ormai da tempo, spazio alla viabilità gommata. Tutte le vie delle aree da passeggio sono con la musica a diffusione. Note musicali del luglio ti accompagnano fiere e gioiose.

E non solo loro.

Tra le strade regna una energia fibrillante ove è possibile diluirsi tra i giovani sorridenti, alcuni dei quali seduti, che parlano del più e del meno e altri che discutono sul loro argomento più amato: "il futuro".

Tutti allegri come solo l’allegria sa di essere di ogni gioventù e di quel genere di allegria riposta nei secoli nei figli da padri lungimiranti e ottimi amministratori, giacché oggi ne godono i frutti.

Tra le migliaia di cittadini che passeggiano, mi capita di seguire con l'occhio due baldi anziani, compagni di una vita, camminare braccio a braccio, innamorati ancora. Li vedo giungere dondolando e chiacchierando, sul lungomare.

Molti non sanno che Trapani è una falce che fende il mediterraneo e che incontrare il mare non è difficile, anzi ti devi proprio impegnare per non vederlo.

Appena rinfresca, nel tardo pomeriggio, tutti i giorni, escono dal loro futuristico nido chiamato "La Casa di riposo sul Mare" four season, 300 posti comfort da sogno, all inclusive compresa la clinica medica e l'area riabilitativa, h24 attiva. Lusso della loro pensione lavorativa, accumulata in 60 anni di lavoro faticoso. Quindi meritata.

Al tramonto, dicevo, raggiungono i lidi sul mare pieni di turisti e accoglienti, per sedersi sullo stesso divano di sempre ed ammirare il moto lussureggiante delle onde, sorseggiando una tisana tra una parola e l'altra.

Un giorno...iniziava a fare freddino…

Lui: "I lidi? Dove sono finiti? Non ci sono più?"

Lei: "Non te l'ho detto? Vengono smontati, ora."

Lui: "Smontati?"

Con il dolore all’anca, rivolgendosi a lei con una smorfia di sofferenza acuta, continuando a camminare smarriti: - "Stavo pensando - dice - perché di inverno lidi si devono smontare e d’estate no?"

Lei: "A questa domanda difficile nessuno sa rispondere, chi vuoi che sappia risolvere questo mistero? D’altronde, lungo tutte le coste siciliane e specialmente a Trapani d’inverno i lidi non ci sono mai stati ed è già una fortuna averli per poco tempo d'estate. Ma poi, ora che mi ricordo, mi pare che me ne parlò tuo compare, il giornalista... Chiudono solo per 3 mesi, da gennaio a marzo, e per incanto d’estate ritornano. Hai voglia di andarci? Non ti preoccupare..."

Lui annuì preoccupato...

Lei: "Rispuntano, stai tranquillo. Insomma che vuoi che sia il fatto che per tre mesi stiano chiusi? Niente, no?"
E poi, continuando: "D’inverno il mare non può essere visto e vissuto come d’estate, anche se è romantico, fa freddo e ci si abbraccia."

Lui: "Ci sono arrivato ho la risposta, chiudono i lidi per vedere meglio il mare di inverno."
E la stringe a sé.

Lei stizzita: "E basta, cu sti fantasie. Camìna, camìna chi si fici tardi."

"Solo un genio può capire." - Ribattè lui, sorridendo...

Lei: "Infatti: ti rissi camìna chi si fici tardi."

Lui: "I fimmini sempre raggiuni hanno". Annuì il saggio anziano. “Amunì va, chi scurào”.

Si incamminarono per ritornare a braccetto verso le meravigliose e sicure zone pedonali, per poi fare capo, verso sera, al loro residence nonché accogliente nido.

Tutta la notte continuarono a girarsi nel letto e a chiedersi... “Perché?”

Lei: "Dormiamo che è meglio per tutti. Senti a me."

Lui: "Sì dormiamo… dammi la mano, stringiamocela forte perché la notte è lunga".

Li ho conosciuti un giorno che ero al lido d’estate.  Si sedevano su una poltrona vicino alla battigia e si facevano accarezzare i piedi dalla schiuma del mare. Li vedevo ogni pomeriggio durante il tramonto, quello che fa arrossire Trapani e la sua torre di Ligny. Stavano in silenzio. Si guardavano ogni tanto e come due anime gemelle complici, sorridevano.

Come ogni notte, prima di addormentarsi, si davano la mano e si tenevano l’uno all’altro, strette strette, forse per non perdersi nei sogni e per ritrovarsi all’indomani mattina.

Si addormentarono con il sorriso sulle labbra. Sognarono tutti e due un mondo bellissimo leggero, senza dolori, senza frustrazioni, senza incubi, senza sensi di colpa, con le loro spiagge piene di bambini, nipoti e pronipoti, che giocano con quel pallone che guizza e rimbalza con le onde del mare, che dolce accarezza la terra.

Al loro lido, quello che di giorno non avevano visto, fecero l’amore sul loro divano. Ed era inverno.

Un sogno di quelli veri ed era così bello, così dolce, così pieno di emozione che si guardarono sorrisero e decisero di non svegliarsi.

In Sicilia e soprattutto a Trapani, i sogni son desideri e conviene morire mentre si dorme. Da svegli ci si fa molto male e non si sogna.

... 

Alla prossima, 

il vostro John Flamingo.