Non tempo e tempo

Ovvero i parti dell’ozio nell’Agorà

Non tempo e tempo

C’è stato un non tempo in cui alcuni esseri viventi erano quasi indistinguibili dagli altri. Cacciatore e preda si scambiavano i ruoli.

“Quando la caccia ebbe inizio non c’era un uomo che inseguiva un animale. C’era un essere che inseguiva un altro essere. Nessuno avrebbe potuto dire con certezza chi erano l’uno e l’altro… R. Calasso Il Cacciatore Celeste” almeno fin quando uno di questi esseri modificò il suo sistema di caccia.

Cominciò con il rubare la preda uccisa da un altro essere perché era più semplice non avendo né artigli né zanne per abbatterla. Poi per caso impugnando qualcosa e brandendola contro un oggetto o contro qualche altro essere vivente comprese che da quel gesto sarebbe derivata la sua sopravvivenza.

Non era nato in un Eden.

Cominciò così per lui una faticosissima ascesa verso il vertice della piramide.

Da quel giorno “lungo migliaia di anni” iniziò la Storia.

Noi oggi sappiamo che con quel gesto primordiale era nato l’Uomo.

Ma il tempo per lui era ancora luce, buio e null’altro. Lui, il primo cacciatore non sapeva quanto durasse.

Lentamente il suo corpo cominciò a trasformarsi… cominciò a ricordare… ad esprimersi e cosa più importante cominciò a “contare” il tempo. Iniziò con il sistema più semplice: osservando la luna. Il ciclo 28 secondo me è stato il primo “grande” numero scoperto e la sua grandezza era rapportata al numero di volte che la “grande” luna sorgesse di nuovo. Ecco la prima unità di misura.

Sappiamo per certo che i “nativi d’America” e non solo, misurassero il tempo con il cambio delle stagioni e quindi in lune, accompagnandolo con un evento per loro importante per poterlo poi ricordare e quindi tramandare.

Se l’Uomo non avesse osservato il Cielo per lui non ci sarebbe stata l’Evoluzione perché tutte le sue curiosità e gli stimoli venivano da lassù.

Avete mai osservato le costellazioni? Avete mai fatto caso ai loro nomi? Molte di quelle dell’emisfero australe hanno nomi banali mentre quelle con i nomi più belli si trovano nel nostro emisfero… quello boreale. Orione, Cassiopea, Andromeda… per citarne alcune ma ci sarebbe invece da perdersi.

Vi siete mai chiesti il perché di questa differenza? Io me la sono chiesta ed una mia personale opinione me la sono fatta.

I Greci o meglio i think tank di allora che vivevano nel nostro emisfero che erano dei grandissimi peripatetici e quindi non avendo nulla da fare tutto il santo giorno ed anche di notte, non trovarono di meglio che crearsi delle “figure” in cielo sulle quali fantasticare.

Ad esse attribuirono i nomi più belli appartenuti a personaggi a quel tempo esistiti o altri nomi puramente fantasiosi.

Nel cielo vennero così rappresentate le virtù più eccelse dell’essere umano ma… anche tutte le sue bassezze.

Sappiamo tramite Omero e che come dice Calasso “non sapevi mai se l’essere che avevi davanti era un Dio o altro”, poteva capitare che un “Dio” qualunque se ne stesse tranquillamente tra gli uomini intromettendosi nelle sue faccende… anche in quelle intime!

A volte qualcuno ci credeva o meglio faceva finta e fu forse così che nacque il mythos cioè l’arte di rendere spiegabile un fatto altrimenti inspiegabile.

In molti casi lo si potrebbe definire alibi.

Un esempio?

Tindaro re di Sparta fu fatto cornuto da non si sa chi. Con ogni probabilità da un aitante lattaio o prestante ilota della zona. Per cercare di camuffare la cosa pensò di giacere subito dopo con sua moglie Leda.

Il “danno” però era stato già fatto ma per sua fortuna anche il suo rito della fertilità andò a buon fine.

Ma sorse un problema: come distinguere la sua reale progenie da quella “plebea”?

Tirò allora fuori l’amena storiella che Zeus invaghitosi di sua moglie si fosse trasformato in un “Cigno” per circuirla… e di fatto ci riuscì!

Rimaneva però la questione del parto che non poté sortire esito migliore vista la sua trovata geniale.

Nacquero così Elena la “troiana” per intenderci e Polluce.

Gli altri due Castore e Clitennestra, disse che vennero al mondo grazie alla deposizione di un uovo dato che Zeus nell’atto della concupiscenza era un volatile.

In ogni caso sempre di uccello si parla e come elemento probatorio ed a futura memoria dell’accaduto oggi nel nostro emisfero ammiriamo la Costellazione del Cigno.

Non ci è dato sapere se in un remoto passato qualche civiltà ormai estinta abbia avuto una Costellazione dell’Idraulico…

Chiudo questa amena parentesi rientrando nell’alveo iniziale e cioè al momento in cui l’Uomo cominciò a pensare in termini ipotetici quindi a parlare, comunicare e narrare.

Fu forse durante uno di questi pensieri ipotetici che l’Uomo creò Dio? Ogni comunità ha avuto ed ha il suo o i suoi spesso diversi tra loro ma con una caratteristica in comune: indirizzo sconosciuto.

Corrado Sansone