La Pallacanestro Trapani si coccola i suoi gioielli

Il settore giovanile fiore all'occhiello della società

La Pallacanestro Trapani si coccola i suoi gioielli

La vittoria che la Pallacanestro Trapani ha conquistato ieri a Piacenza, ottenuta in una situazione di emergenza di organico, ha evidenziato la bontà del settore giovanile granata, che ormai è da ritenersi una solida realtà.

Voluto espressamente da Pietro Basciano, dopo che era stato praticamente azzerato dalla precedente gestione Massinelli, oggi è il fiore all'occhiello della società granata e purtroppo soltanto il lockdown sta attualmente “bloccando” i ragazzi granata.

Investire sul settore giovanile comporta grossi sacrifici, in quanto i dividendi non sono mai immediati, ma se si riesce a sostenere lo sforzo, i risultati possono essere di livello assoluto.

Ieri si è chiuso idealmente un cerchio, cominciato nell'anno 2014 proprio con Daniele Parente e Fabrizio Canella (oggi primo e secondo allenatore della prima squadra), con un movimento che è andato sempre più crescendo in quantità e soprattutto qualità.

Sono arrivate prima le finali regionali, poi i titoli regionali, poi le partecipazioni agli spareggi nazionali e in alcuni casi soltanto alcuni cervellotici criteri di assegnazione dei posti (che privilegiano le società del nord), hanno impedito ai giovani granata di partecipare alle finali nazionali.

Nel frattempo la società non si è fermata con la sua attività di scouting: si comincia dai 4 anni con il minibasket, per arrivare a giovani virgulti individuati non soltanto in Italia, ma anche in tutta Europa, è stata allestita una foresteria, sono arrivati tecnici nazionali tra i migliori negli ambiti giovanili, tutto è stato organizzato e portato a termine con grande attenzione e precisione.

Oggi alcuni prodotti del settore giovanile granata sono in giro per l'Italia a “farsi le ossa”, mentre si allenano regolarmente con la prima squadra almeno 5 giovani del 2002, tra i quali alcuni sono trapanesi purosangue, ad aggiungere, se possibile, un valore in più, un 2004 (Adeola) attende ancora di esordire, un 99 (Erkmaa) al confronto è quasi un veterano, e soprattutto a reggere le fila, c'è un allenatore e uno staff che credono fermamente nel progetto e nei loro ragazzi, alcuni dei quali conosciuti proprio in quel 2014.

In attesa che arrivino gli altri... 

(Foto dal web)