Jihed Gharbi, amministratore unico del Marsala, annuncia le dimissioni

L'avvocato Picciotto: "Nelle sue parole noto contraddizioni"

Jihed Gharbi, amministratore unico del Marsala, annuncia le dimissioni

L’ amministratore unico del Marsala, Gharbi, attraverso i microfoni di Radio Azzurra ha chiaramente indicato che il suo rapporto con la società lilibetana si è concluso. “Avevo un progetto che doveva portare il Marsala in alte categorie, il rapporto con la città si è deteriorato negli ultimi tempi sono ancora per poco amministratore ma ho deciso di non fare più calcio a Marsala. I miei progetti riguardavano anche cose non concernenti il calcio. Sono accaduti fatti inaspettati. Avevo preso accordi con la tifoseria e l’amministrazione comunale per lavorare indisturbato fino al 30 maggio ma ciò non è accaduto.  E’ saltato tutto. Ho compreso che non sono stato ritenuto benvenuto a Marsala. Avevamo una rosa forte per l’Eccellenza che stavo cercando di rinforzare, volevamo vincere il campionato ma tutto è andato all’aria. Ho speso soldi ma inutilmente. Pagherò tutto fino alla conclusione rispettando gli impegni, cosa che gli altri non hanno fatto. Un caos uscito senza una valida motivazione. Ci sono le prove e non capisco perché tutte queste dicerie nei miei confronti. Ho fatto esperienza, ho capito determinate faccende. Ho portato avanti la pratica di dimissione col mio avvocato e definirò tutto”. Riguardo alla presentazione della squadra troppo giovane nel campionato di Eccellenza che si poteva evitare per non fare brutte figure come quella degli otto gol subiti dalla Sancataldese, Gharbi ha risposto “Dovevo decidere se tagliare il Marsala dal campionato oppure valorizzare i giovani. Qualcuno mi ha indicato di seguire questa strada. Non posso fare nomi chi me lo ha detto. Il Marsala calcio non poteva fare questa brutta figura e ho deciso di far giocare i ragazzi. Anche perché l’iscrizione era stata fatta. Far giocare i ragazzi è una bella figura. D’altronde questo campionato ha poca importanza. Debbo pure ammettere che mi sento tradito da alcuni personaggi che hanno messo brutte voci in giro sulla mia persona”. In merito alla situazione legata allo stadio Lombardo Angotta, le cui chiavi sono tornate in mano al Comune dopo che erano state affidate alla società lilibetana, l’amministratore unico ha spiegato che “c’è stato uno scontro con un dipendente del Comune e ho ritenuto opportuno rinunciare ai lavori di manutenzione”.  Infine ha dichiarato che “Qui c’è la critica facile. La città non è unita. Mi hanno tolto l’amore. A 29 anni sono ambizioso. Ad oggi non è probabile nessun ripensamento. Sono stato trattato male. Pugnalato alle spalle”. Ha parlato anche l’ avvocato Tommaso Picciotto, in rappresentanza dei soci di minoranza indicando che “non ho nulla contro Gharbi. Le sue parole mi lasciano perplesso ma ho notato contraddizioni. Ha parlato di basi iniziando però un progetto che è partito male e finito peggio. E’ venuto a Marsala  per fare business o per fare calcio ? Peraltro non ha voluto fare i nomi di chi lo ha tradito. Visto che è dimissionario potrebbe anche essere più chiaro. Forse era meglio rinunciare. Se non ci fossero state le sue promesse avremmo magari evitato di fare certe figuracce come quella di domenica con la Sancataldese. Quando lui è venuto a Marsala conosceva la situazione societaria, gli è stato spiegato tutto e a cosa andava incontro. Lui disse che avrebbe risolto ogni cosa. Non riesco a dare una spiegazione del perché della sua venuta a Marsala. Se lui avesse voluto fare calcio c’erano altri modi. Non mi spiego come mai un imprenditore venga da lontano a Marsala e decide di imbarcarsi in questa situazione. Sono molto amareggiato. Le possibilità di fare calcio a Marsala con questa società sono ben poche”.