Dattilo, poco dialogo all'esterno

Una società che appare chiusa nel proprio guscio

Dattilo, poco dialogo all'esterno

Il calcio e la professionalità sono due cose distinte e separate. In quante occasioni notiamo anche a livelli alti episodi che nulla hanno a che vedere con lo stile. In questo argomento potrebbe entrarci la società del Dattilo, sicuramente grande per volontà e abnegazione ma non esaltante su cose che probabilmente fanno parte di una linea ma che giovano poco all’immagine della società ancorata a livelli "artigianali. Nell’ambito del club manca certamente una figura di rilievo (non parliamo del centro a pochi chilometri da Trapani), un esponente di nome che faccia da “trait d’union” tra il mondo calcistico e la società. Una figura-immagine competente e rilevante che sia da punto di riferimento agli occhi di tutti e che possa dare il proprio contributo in termini di esperienza.  Non esalta sicuramente la comunicazione tra il club e la stampa, con aspetti che andrebbero curati in alcuni dettagli che denotano poca familiarità nella divulgazione delle notizie. Inoltre non c’è dialogo con il mondo esterno. La società sembra poco aprirsi alle manifestazioni che darebbero visibilità al club e non accenna a dialogare con il pubblico del territorio tanto assetato di calcio e che potrebbe avvicinarsi. Sono, insomma, assenti le iniziative che la società potrebbe o dovrebbe mettere in atto per propagandarsi e farsi sentire vicina alla gente. Insomma una società che di primo acchitto appare chiusa a guscio come a voler dire “se vuoi vienimi a cercare”. Un atteggiamento non certo esaltante che, tra l'altro, nei gioni passati ha visto episodi di poco “savoir faire” con battibecchi da pollaio, per certi versi comici, apparsi sui social fra dirigenti. Insomma un look rimasto inalterato. Sicuramente da rimettere in sesto e da condensare con tutto quello di bello che si è costruito finora. Per cambiare c'è sempre tempo ma non tanto.