Chi metteranno i sindaci a capo del Libero consorzio dei Comuni?

L'era commissariale sembra giunta al termine. A marzo si vota: i papabili e le alleanze

Chi metteranno i sindaci a capo del Libero consorzio dei Comuni?

Su 70 deputati all’Ars, a ridosso del Natale, erano presenti meno della metà a votare per l’ennesima volta: ”Disposizioni urgenti per il rinnovo degli organi elettivi dei comuni e degli enti di area vasta”, il provvedimento è passato con 27 voti a favore e 7 contrari. Forse sarà la volta buona, è  dal  lontano 2014 anno istituzione dei Liberi Consorzi Comunali che le provincie in Sicilia aspettano una guida  politica. I 381 consiglieri comunali ed i sindaci della provincia di Trapani saranno chiamati ad eleggere il Presidente tra il 20 o 28 marzo p.v. con l’espressione di 1182 voti ponderati attribuita in base alla fascia demografica a cui appartiene il comune. All’appello mancano i 13 consiglieri di Calatafimi Segesta commissariato.

Si apre una nuova fase politica che dopo il flop di Trapani “Città della cultura” dovrebbe aprire alla costruzione di un vero progetto che metta in circuito tutta l’intera provincia.
C’è la necessità di un “Recovery Plan” trapanese: “Next Generetion TP”,  che abbia una visione strategica sul futuro delle infrastrutture, della cultura, della sanità, dei trasporti ed anche del servizi pubblici che porti i singoli comuni a dialogare per migliorare e non per mettere veti. Fino ad oggi i nostri sindaci si sono preoccupati più di minimizzare i rischi sulle proprie rielezioni che pensare a come sfidare il futuro. Avranno il coraggio i nostri sindaci e consiglieri comunali di avere una visione strategica ed adeguata di questo territorio, avranno la capacità di percorrere le inaspettate opportunità che sia la regione che lo stato ci metterà a disposizione attraverso i finanziamenti Ue del Recovery e del Piano di Coesione? Anche quello di dimensionare i Comuni alle sfide che i cittadini e le imprese auspicano. Le imprese molto spesso per affrontare le competizioni del mercato si modificano con alleanze, partnership, fusioni, a volte chiudono alcune attività che procurano solo perdite, si dimensionano per affrontare meglio il futuro, questo ragionamento va fatto anche e sopratutto con gli Enti pubblici quali i Comuni. Siamo  sicuri che non siano troppi 24 Comuni, 24 sindaci, 394 consiglieri, 100 assessori, circa 6.000 dipendenti (media ISTAT) senza contare i dipendenti delle partecipate per poter amministrare un territorio di 430.000 abitanti?
Di fatto, chi ha le carte per fare play maker dell’elezione potrebbe essere Il sindaco di Marsala, Massimo Grillo , le sue quotazioni sono in ascesa sia nei rapporti con le altre amministrazioni che con la Regione. Il sindaco di Trapani di contro appare sempre più isolato e lontano politicamente dalle altre amministrazioni, in particolare modo dai sindaci dell’agroericino (Unione dei Comuni Elimo Ericini), tranne che con Erice. Anche  i Sindaci dell’Unione dei Comuni della Valle del Belice potrebbero fare sintesi ed appaiono attratti dall’orbita marsalese. A breve si formalizzeranno le candidature e le squadre su cui misurarsi, che sembra non ripercorrere lo schema classico, PD, FI e M5SS non appaiono in buona forma. Le rispettive segreterie hanno perso il controllo strategico del territorio provinciale. Le future alleanze sembrano improntarsi a nuove logiche meno politicizzate è più localistiche. In provincia la realizzazione del nuovo laboratorio politico sembra in evoluzione per trovare un nuovo equilibrio, è più probabile che il nuovo assetto provinciale condizionerà l’agenda politica dei partiti che viceversa.