Trapani e Casa Santa, smettiamola coi sogni e agiamo

Grazie a Misiliscemi s'è risvegliata la coscienza

Trapani e Casa Santa, smettiamola coi sogni e agiamo

L'altro ieri, nel pezzo a commento del risultato ottenuto dall'associazione Misiliscemi che è riuscita (ve lo siete già dimenticati?) a far approvare il DDL che istituisce il nuovo Comune, Misiliscemi appunto, in Sicilia, ho chiuso la riflessione sostenendo che questa vicenda avrebbe provocato una reazione positiva ed avrebbe fatto ritornare in auge la NECESSITA' di ragionare sulla rettifica dei confini fra Trapani e Casa Santa Erice. Ed infatti...

Questo giornale, all'interno del gruppo editoriale formato da quattro distinti componenti (il sottoscritto, l'avvocato Vincenzo Scontrino, il professor Ninni Passalacqua e il dottore commercialista Filippo Messina) s'è immediatamente interrogato sul da farsi. E siamo lieti di avere visto la nascita immediata di un gruppo facebook ben specifico (lo trovate cliccando qui)  sul quale da due giorni si sta discutendo in merito alla rettifica dei confini fra Trapani e Casa Santa-Erice.

Ci tengo a sottolineare che è solo su questo che si vuole ragionare e puntare. Le chimere sono belle da vedere e da inseguire ma, visti gli esiti di tutte le altre iniziative che hanno puntato (a parole o con poca convinzione) sulla nascita della cosiddetta Grande Città o addirittura della Città Metropolitana (accorpando a Trapani non solo Erice ma anche Paceco), è bene iniziare a ragionare sulle cose davvero fattibili. E il Covid-19 ha dimostrato ancora una volta e di più che le frazioni ericine di Casa Santa, Raganzili, Villa Mokarta, San Giuliano, San Cusumano e Pizzolungo, sono un'unica composizione urbana con la città di Trapani. La naturale estensione, dicono quelli che ne capiscono. 
Erice (e per Erice si intende solo il borgo trimillenario situato in cima al monte San Giuliano) è un'altra cosa: ha una sua storia, un suo vissuto, un suo motivo d'esistere in quanto entità a se stante. Non serve annettere il resto dell'ericino a Trapani, non serve accorpare la vetta al mare. Erice deve avere un suo percorso a sè in quanto borgo montano e punto di riferimento, semmai, dei territori dell'agro ericino. 
Ma non è su questo, oggi, che voglio soffermarmi. Oggi voglio solo parlarvi del fatto che si sta ritornando a parlare di "rettifica di confini" e se ne vuole parlare senza mettere in mezzo la politica ed i suoi rappresentanti. 
E' un ragionamento, quello appena avviato, che parte dal basso, dai cittadini. E vuole essere portato avanti senza medagliette politiche. Alla politica ed ai suoi rappresentanti, certamente, si farà riferimento per sottoporre la proposta che verrà formulata e pressarli (stavolta sì) affinchè si faccia come vuole il popolo.

Unire ciò che è già unito, Trapani con le frazioni a valle di Erice, è un'alchimia tutto sommato semplice da porre in essere. Il resto, la Grande Città o la Città Metropolitana, è altresì possibile ma (con questi chiari di luna rappresentati dalla classe dirigente che ci ritroviamo) è leggermente più complesso da raggiungere. 
Iniziamo a piccoli passi. Non perdiamoci in sogni e facciamo tesoro del grande insegnamento fornito da Salvatore Tallarita & co.

E' utopico? No. E' possibile.
E vanno ringraziati, lo dico sul serio, i "cugini di primo grado" di Misiliscemi. CI hanno fatto svegliare.