"Fronte Comune" boccia il sottopasso di via Marsala

"Opera anacronistica" scrivono in una nota. Cinque le domande rivolte all'Amministrazione Tranchida

Un vero e proprio fronte del no si sta alzando contro la realizzazione del Sottopasso ferroviario in via Marsala a Trapani. L’opera viaria, lo ricordiamo, andrebbe a collegare la via Marsala (altezza via Lonero, con la via Virgilio (altezza Simone Gatto) baipassando ovviamente l’imbuto del passaggio a livello. E se da un lato una buona fetta della collettività si è dichiarata a favore dell’opera, dall’altro le fila dei contrari si ingrossano ogni giorno di più. E dopo Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima oggi si aggiunge anche la neonata associazione culturale “Fronte Comune”.

Che in una lunga nota dal titolo: “Chi fa gli interessi della collettività a Trapani?”, individua tutti i punti critici di un’opera viaria che, secondo loro, non sa da fare, definendo “anacronistiche e anche un po’ oltraggiose per le potenzialità di sviluppo sostenibile del territorio” la scelta che il Consiglio comunale ha assunto con l’approvazione della Variante urbanistica al Prg, necessaria per la realizzazione del sottopasso di via Marsala.

Cinque le domande che Fronte Comune pone all’Amministrazione Tranchida per suffragare la propria tesi:

“1) Chi garantisce che la proposta di sottopasso con contestuale soppressione del passaggio in corrispondenza della via Sieli sia risolutiva per i problemi del traffico? E' stato tenuto conto delle consulenze commissionate anni addietro dall'amministrazione comunale ad alcuni specialisti che sconsigliavano tale ipotesi non ritenendo "decongestionante" l'opera proposta?
2) Sono stati presi in considerazione e valutati scenari alternativi? Questa soluzione è stata confrontata con altre sul piano della fattibilità economica?
3) E' stato effettuato un calcolo costi-benefici e valutati gli oneri per il mantenimento dell'opera?
4) Gli elaborati progettuali valutati per l'approvazione della variante sono mancanti dell'aggiornamento della cartografia reso necessario dalla costruzione del complesso edilizio nel lotto confinante. E' una procedura corretta quella di portare a corredo di un passaggio così delicato elaborazioni e relazioni specialistiche costruite in mancanza di un'adeguata rappresentazione e valutazione dei luoghi?
5) Siamo certi che le procedure descritte nel progetto per lo smaltimento dell'acqua piovana da una galleria che si trova a 6 metri sotto il livello del mare si sposino con l'attuale stato dei luoghi (ripetiamo, non correttamente riportato negli elaborati progettuali)?”.

Sin qui i quesiti che giriamo direttamente all’amministrazione. Ma l’associazione culturale non si ferma qui. E continua chiedendo il coinvolgimento degli Ordini professionali “per chiarire se sia stata correttamente valutata la rispondenza di queste opere a quanto previsto dalle procedure di legge in merito alla disciplina Vas/Via,  e se siano state rispettate le previsioni strategiche del progettista del Piano Regolatore che aveva dato a queste aree una destinazione a verde pubblico per motivi evidenti di tutela della salute pubblica, cioè dotare di un polmone verde un agglomerato urbano privo di adeguate superfici a parco e privo anche di aree libere e con suoli permeabili che possano aiutare l'assorbimento delle acque meteoriche il cui smaltimento attraverso la rete fognaria è lentissimo per motivi noti (altimetria)”.

E ancora: “In quale visione strategica del futuro della città si inseriscono quindi le azioni che negli ultimi mesi l'amministrazione ha posto in essere, donando al privato un bene strategico destinato alla collettività e cementificando una superficie importantissima vincolata a verde, troncando la continuità di quest'area ed eseguendo adesso con il sottopasso un taglio nettissimo, probabilmente inutile, certamente oneroso e possibilmente pericoloso?
Cosa dovrà diventare questa zona centrale della città nella visione dell'amministrazione che sta per costruire un'opera pubblica invasiva e poco sostenibile con notevoli costi futuri e che ha rapidamente concesso e deviato all'interesse privato una grossa fetta del verde pubblico in variante allo strumento urbanistico senza valutare le ragioni strategiche legate alla destinazione prevista dal Piano, senza valutare alternative più sostenibili e senza spiegare in che modo sarebbe stato ristorato il bene collettivo?
Queste azioni insensate non tutelano la salute pubblica, al contrario sviliscono il bene collettivo e le notevoli potenzialità infrastrutturali e ambientali di questo corridoio verde, mettendo un'ipoteca sul benessere dei futuri cittadini. Queste azioni – conclude la nota dell’associazione Fronte Comune - non sembrano progettate per garantire il bene comune”.