Trapani verso le elezioni, Anna Garuccio rimbrotta il centrodestra e chiede maggiore coinvolgimento delle forze civiche

Lunga nota politica della consigliera comunale a Trapani

Trapani verso le elezioni, Anna Garuccio rimbrotta il centrodestra e chiede maggiore coinvolgimento delle forze civiche

Anno nuovo, nuova aria negativa per la città di Trapani. O almeno è così che la pensa la consigliera comunale a Trapani, Anna Garuccio, che oggi dice chiaramente la sua sulle trattative che il centrodestra (o parte di esso) ha avviato in vista delle elezioni amministrative a Trapani. Garuccio chiede maggiore chiarezza e soprattutto maggiore coinvolgimento anche delle forze civiche che hanno a cuore le sorti della città capoluogo. Un rimprovero, palese, a quanti stanno organizzando riunioni senza un vero confronto fra le parti e limitandosi, forse assoggettandosi, alle decisioni e ai desiderata della politica regionale.
Ecco la lunga nota inviata alla stampa, da parte della consigleira comunale Anna Garuccio.
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"Dentro alcune stanze girano strane voci in merito alle elezioni amministrative che coinvolgeranno Trapani nella  primavera 2023. E sono voci pessime per le sorti di una città che da anni ormai viene costantemente depauperata della sua dignità, come se fosse oggetto in vendita da parte dei partiti che di volta in volta hanno conquistato la maggioranza nazionale. 
Anche questa volta l’agognata ricerca di una unità di intenti tra i diversi partiti per il bene di Trapani e dei trapanesi, si perde in chiacchiere qualunquiste, che lasciano chiaramente vedere egoismi di parte, strategie di potere, personalismi di soggetti che mirano ad un posticino al sole e non tengono conto minimamente delle esigenze di una realtà da troppi anni maltrattata.
Non è consentito arrivare impreparati alle elezioni amministrative senza che ci sia un dovuto confronto con chi vive in questa città, con chi vi lavora, con chi la ama, con chi per anni quotidianamente ha speso le sue risorse fisiche ed intellettuali per difendere gli interessi della collettività. 
Questo per dire che Palermo non può dettare legge ed imporre il suo candidato sindaco e neppure Roma può farlo. 
Le elezioni amministrative appartengono per antonomasia alla città che è una realtà viva di migliaia di esseri umani che conoscono le loro esigenze di cittadini, che pagano le tasse e che costituzionalmente hanno diritti e doveri a cui l’amministrazione locale deve rispondere in prima istanza secondo quel principio fondamentale del dare un servizio adeguato per il bene comune.
Trapani è una città viva che ha il diritto di essere ascoltata, rispettata e riconosciuta nella sua dignità di esistere. Ce l’ha per la sua storia, per la sua bellezza, per la sua posizione geografica, per i suoi cittadini che ancora ci vivono, ma sono stanchi di subire e basta. 

Purtroppo l’aria che tira già in questi primi giorni del nuovo anno, non dice nulla di tutto ciò. Le riunioni blindate dei partiti locali nell’attesa del tavolo palermitano ne sono espressione. Parla piuttosto di spartizioni dall’alto, di  logiche di scacchiere, di prevaricazioni, di occupazione di posti prestigiosi, di esclusione da qualsiasi tavolo di confronto di chi nel corso degli ultimi cinque anni si è distinto, con le proprie risorse intellettuali e le quotidiane azioni a riportare nell’alveo di una sana democrazia, azioni poco trasparenti e dannose per la città. 
Nessun invito infatti è giunto e da nessun partito, a chi ha costituito nel tempo comitati di cittadini per la difesa dei diritti comuni, con chi ha il seguito di un nutrito numero di elettori pronti a lottare per difendere il bene comune, secondo principi di razionalità, di giustizia, di congruità, di solidarietà.  
A ben riflettere si comportano come se avessero paura di questa nuova classe politica emergente in maniera spontanea sviluppatasi nel corso di questi 5 anni di dura opposizione. Una nuova classe che sa vedere, che sa ragionare, che sa progettare, che sa difendere il bene comune di una città che non può essere subalterna ad altre. E cresce in coscienza e in numero giorno dopo giorno.
Continuano ad imperare dall’alto, ad offrire vuote promesse in cambio di voti. Così è stato fino ad oggi. E proprio grazie a questa scellerata politica, Trapani è stata ridotta ad una non città. 
Ma fino a quando sarà possibile sopportare oltre? Ad ignorare gli annosi problemi che mai sono stati risolti? Non basta certo il faraonico e pretenzioso progetto di un imbellettamento del porto per dare nuova vita e nuovo lavoro duraturo ad una città ridotta al lumicino che continua ad essere depredata.   
Che ne sa Palermo  del problema dell’acqua che viene data a giorni alterni per poche ore nonostante la città sia piena di propri pozzi? Che ne sanno Palermo e Roma della viabilità di una città tagliata in due da una ferrovia ridicola e poco usata, e di un sottopasso obsoleto quanto dannoso? Che ne sanno della fognatura spesso rotta che scarica e inquina il mare? Che ne sanno che questa città non ha un museo civico degno della sua storia, di un vero ospedale, di un teatro fruibile anche in inverno e quando piove? Che ne sanno del centro storico trasformato in un continuo chilometrico ristorante dove sei costretto a fare la gincana per passare e che negli anni del covid è stato il deserto dei Tartari? Che ne sanno che continuando così la città millenaria muore?
Alle amministrative locali non può essere applicato il metodo  Birgi che dopo anni si è ricostituita fiorente e ora fa gola a Palermo che non ammette rivali e dall’alto impone nuovi dirigenti.
Detto tutto ciò, voglio rassicurare chi ha giocato ad escludere che io non ho abbandonato il campo. Come sempre, con tutta me stessa lotterò assieme ai Trapanesi che mi stimano per crescere sempre di più in modo da rappresentare la politica dei movimenti emergenti che mirano soprattutto ai fatti, pertanto invitiamo i Partiti ad aprirsi al dialogo, pronti a diffidare chiunque si permetta di diffondere voci contrarie agli interessi dei Trapanesi".

Prof.ssa Anna Garuccio
Consigliere Comunale 
Città di Trapani