Paceco. Manifestazione in via Toselli in difesa del pino d’Aleppo

Paceco. Manifestazione in via Toselli in difesa del pino d’Aleppo

Una decina di persone, in rappresentanza di alcune associazioni del territorio, ha manifestato oggi in via Toselli, a Paceco, appena si è sparsa la voce che era stato avviato l’intervento comunale per la rimozione del pino d’Aleppo al centro dell’incrocio.

Si tratta di una questione che si trascina da mesi, derivante dalla necessità di mettere il sito in sicurezza, considerando il fatto che il manto stradale si è alzato di parecchi centimetri a causa delle radici dell’albero. Non solo: “Al di là di diversi incontri avuti tra dicembre e gennaio scorsi con rappresentanti della società civile e professionisti – evidenzia il sindaco, Giuseppe Scarcella – c’è un pino che pende, ed era concreta la possibilità che potesse cadere da un momento all’altro”.

Così, oggi, una squadra di operai ha tagliato una prima parte di chioma e rami del pino d’Aleppo, a pochi passi dalla protesta avviata dal vice presidente di Italia Nostra, Totò Pellegrino, e dalla presidente di Erytrhos, Elena Lombardo, affiancati da un gruppetto di ambientalisti.

La manifestazione spontanea ha indotto la Polizia municipale a chiedere l’intervento dei Carabinieri, ma la protesta è stata assolutamente pacifica.

“Oltre all’aspetto affettivo e ambientale, c’è da considerare la necessità di salvaguardare l’incolumità di quanti percorrono questa strada e di coloro che abitano negli edifici circostanti” afferma il sindaco di Paceco, precisando che “ci sono studi scientifici che conducono purtroppo alla decisone di rimuovere l’albero, perché – spiega – tagliare solo le radici comporterebbe comunque la morte dell’albero, ed è necessario un intervento che vada alla definitiva soluzione del problema”.

“Questo pino – ricorda Scarcella – è nato quando intorno c’era solo terreno libero e nessuna delle attuali abitazioni. Decine di pini furono abbattuti quando si iniziò ad edificare in quella zona; ora c’è la necessità di uscire ed entrare in quei luoghi in sicurezza e non esiste più il giardino che, intorno agli anni Trenta, circondava quest’albero”.

Il primo cittadino risponde anche in merito alla “prova di trazione”, invocata dalle associazioni perché unica verifica scientificamente fondata per determinare il rischio di ribaltamento dell’albero: “Questa possibilità è stata sottoposta ai tecnici incaricati dall’ufficio – spiega Scarcella – e questi hanno prodotto un elaborato tecnico che smentisce l’assunto della trazione controllata. La trazione è quindi improponibile – continua – e lo è altrettanto la creazione di una grande aiuola perché chiuderebbe la sede stradale e non consentirebbe il passaggio delle autovetture. Chi addirittura, tra i manifestanti, ha ipotizzato la creazione di un miniparco o di una grande isola pedonale nella zona, è fuori dalla realtà – conclude – perché chiudere quella strada al traffico significherebbe bloccare mezzo paese”.