Il deputato regionale Dario Safina sull’acropoli di Pantelleria: 'E’ una follia che non sia visitabile'

Interrogazione del deputato trapanese al governo regionale

Il deputato regionale Dario Safina  sull’acropoli di Pantelleria: 'E’ una follia che non sia visitabile'

“Pantelleria, perla nera del Mediterraneo e da sempre naturale crocevia e punto di incontro delle civiltà provenienti dal continente europeo e da quello africano, racchiude in sé uno dei più preziosi e affascinanti siti archeologici a cielo aperto, al mondo. Eppure, nessuno può visitarlo perché non è mai stato messo in sicurezza. L’intera area archeologica dell’acropoli, in particolare sul versante delle colline di Santa Teresa e San Marco, è in completo stato di abbandono e considerato inaccessibile al pubblico: una vera follia! Non si tratta solo di negare l’accesso ad uno dei patrimoni archeologici più preziosi al mondo ma anche di minare le fondamenta economiche della comunità pantesca e dell’intera Sicilia”.

Così il deputato regionale trapanese Dem Dario Safina spiega i motivi dell’interrogazione rivolta al presidente della Regione Renato Schifani e all’assessore ai Beni culturali Francesco Scarpinato, depositata la scorsa settimana all’Ars.

“E’ necessario attivare – continua l’onorevole Safina - ogni forma di collaborazione possibile per garantire la manutenzione, la vigilanza, la promozione e la valorizzazione dei siti archeologici presenti sull’isola, in particolare sulle aree che rientrano nelle perimetrazioni comuni ai due parchi, quello nazionale e quello archeologico, individuando le somme necessarie per l'affidamento di un progetto di salvaguardia, messa in sicurezza e rilancio di questa porzione di territorio”.

“In una regione come la nostra, che conta un patrimonio storico culturale di primaria importanza – conclude Safina - i parchi e musei rimangono chiusi e contano, tutti insieme, un numero di presenze inferiore anche alla sola Galleria degli Uffizi a Firenze: 4 milioni di visitatori gli Uffizi contro i 3 milioni e 300 mila per l’intero sistema Sicilia. Diciamo che c’è davvero molto poco da festeggiare”.