La Uilpa penitenziari in piazza a Palermo

La Uilpa penitenziari in piazza a Palermo

“Con la manovra di bilancio attualmente all’esame del Senato, il Governo, nonostante il PNRR, rinuncia di fatto alla compiuta ricerca della pace sociale da realizzarsi soprattutto mediante una reale lotta alle diseguaglianze con politiche di contrasto alla precarietà del lavoro e all’evasione fiscale, infittisce i nodi in materia di previdenza, penalizza particolarmente i lavoratori dipendenti e a reddito medio basso con una pseudo riforma dell’IRPEF e molto altro ancora. Tutto questo impatterà sugli operatori della sicurezza non solo in via diretta, in quanto cittadini e lavoratori, ma anche in relazione alle difficoltà e alle tensioni sociali che rischia di innescare e acuire, le quali dovranno essere gestite dalle donne e dagli uomini in divisa preposti al mantenimento dell’ordine pubblico, alla lotta ai traffici illeciti e
all’evasione fiscale, nonché alla salvaguardia della sicurezza nelle carceri”. Lo dichiara la Segreteria Regionale della UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia che oggi è
presente a Palermo in Piazza Verdi, con una propria delegazione aderendo
idealmente (visto che la legge ce lo vieta) allo sciopero di otto ore proclamato da CGIL e UIL. “Del resto – aggiungono dalla Segreteria Regionale Sicilia –, il disegno di legge di bilancio in discussione in Parlamento, anche in relazione alle politiche per
la sicurezza e per il sostegno alle Forze dell’Ordine, al di là di alcuni timidi e ancora insufficienti interventi in tema di perequazione previdenziale, che giungono, peraltro, in ritardo di ventisei anni, è assolutamente insoddisfacente e non affronta, fra gli altri, i problemi connessi all’inadeguatezza degli organici e degli equipaggiamenti così come quelli riguardanti la tutela sanitaria e legale”. “Siano pertanto convintamente in piazza con i nostri striscioni e bandiere della UIL – concludono dalla Segreteria Regionale UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia – oltre che per sostenere le rivendicazioni delle Confederazioni, anche per chiedere maggiore attenzione al comparto della sicurezza, le cui donne e uomini non possono essere considerati eroi solo quando viene chiesto loro di immolarsi al servizio del Paese”