Coronavirus e variante africana, parla il mazarese sospettato di essere il primo caso in Sicilia

Coronavirus e variante africana, parla il mazarese sospettato di essere il primo caso in Sicilia

Scrive di scorrettezze da parte dell’ASL di Mazara e ASP di Trapani il 32enne mazarese sospettato di essere il rpimo contagiato dalla variante sudafricana del Coronavirus in Sicilia. E impugnata carta e penna ha scritto una lunga missiva indirizzata oltre che alla stampa anche al sindaco di Mazara, all’Asp di Trapani e all’assessorato regionale alla Salute.

Buongiorno, sono un cittadino mazarese risultato positivo al Covid, in seguito al rientro dall’estero. Scrivo per comunicare la mia vicenda, in quanto ci sono state delle scorrettezze da parte dell’ASL di Mazara e ASP di Trapani nel comunicare miei dati personali e clinici a mia insaputa ai mass media.

Giorno 11 febbraio sono rientrato in Italia avendo fatto un tampone molecolare (con esito negativo) prima dell’inizio del viaggio, come richiesto dalle normative nazionali ed internazionali e dalle procedure delle compagnie aeree. All’arrivo all’aeroporto di Palermo sono stato sottoposto a tampone antigenico, con esito negativo; quindi sono rientrato a casa.

Con intelligente senso civico ed in via del tutto VOLONTARIA e cautelativa ho deciso di effettuare l’isolamento a casa con mia moglie. (confermata la non obbligatorietà, via telefonica sia dagli operatori del 1500 del ministero della salute che dagli operatori del numero verde siciliano dedicato al Covid, chiamati da me il giorno del mio arrivo, 11 febbraio).

Il giorno 16 febbraio ci siamo sottoposti volontariamente a tampone antigenico a pagamento risultando entrambi positivi. Avendo fatto le dovute comunicazioni, il 17 febbraio, siamo stati sottoposti a tampone molecolare di conferma. Lo stesso giorno ricevo la telefonata da parte dell’ufficio preposto, che mi ha chiesto se volevo fare ulteriore tampone, su base volontaria, con lo scopo di individuare eventuali varianti del virus. Infatti, giorno 18, presso la mia abitazione vengo sottoposto per mio consenso a suddetto tampone. Dopo qualche giorno anche mia moglie si sottopone volontariamente a suddetto tampone.

Nei giorni a seguire, ricevo una telefonata dalll’ufficio referente che mi chiede ulteriori informazioni private in merito al mio lavoro, alla mia abitazione, al viaggio compreso di scali e date, alle procedure effettuate fino a quel momento come tamponi, a suo dire a scopo clinico di anamnesi, di studio scientifico e gestione del caso. Il giorno 28 febbraio, apprendiamo dai giornali, telegiornali locali, social, e dalle numerose chiamate di conoscenti che hanno collegato a me, l’uscita di un articolo su un caso covid con variante sud africana a Mazara del Vallo.

Nell’articolo non è presente il mio nome, ma ci sono numerose informazioni che mi identificano come per esempio: età, particolari della mia professione, la mia abitazione, paese di inizio del mio viaggio, città di appartenenza, itinerario di viaggio completo; e cosa ancor più grave è che sono riportate delle informazioni errate su sintomi e data di inizio isolamento. Queste ultime inesatte informazioni sono quelle che hanno scatenato il panico e l’accanimento indiretto contro di me su tutti i social e i mass media.

Infatti l’articolo spiega che il mio isolamento è scattato solo il giorno 15 a seguito di sintomi quali tosse e febbre (sintomi che non ho avuto), invece di giorno 11 febbraio al mio arrivo in Sicilia, come effettivamente è stato. Tutte le informazioni vere e non vere contenute nell’articolo sono state prese, da una relazione  scritta dall’ufficio preposto dell’ASL di Mazara ed inviata anche al commissario dell’ASP di Trapani, il quale, a dire del Dott. che ha scritto la relazione, è colui responsabile di aver fatto fare l’articolo sul giornale di Sicilia (articolo del giornalista Fabio Geraci) con conseguente divulgazione su tutti gli altri mezzi di comunicazione.

La relazione conteneva le informazioni inesatte ed io ho avuto una copia di essa solo conseguentemente l’uscita, a mia insaputa, dell’articolo. Credo che per motivi di privacy, colui che ha fatto fare l’articolo sul GdS, non doveva divulgare delle informazioni personali acquisite durante l’anamnesi e riportarle sull’articolo visto che oggettivamente non erano utili allo scopo scientifico, tra cui la tipologia della mia abitazione, particolari del mio lavoro e altri dati che oggettivamente mi hanno identificato e hanno leso la mia persona e quella di mia moglie, in un periodo difficile da affrontare per noi, dove non ci dovrebbe essere questo ulteriore stress e disagio inutile da sopportare. Mi chiedo come mai istituzioni comunali e mezzi di comunicazione come Voi possano divulgare delle notizie e dichiarazioni, prese da un giornale o comunque senza accertarsi della veridicità delle informazioni supportate da documenti ufficiali.

Infatti Vi chiedo se avete avuto in Vostro possesso dei documenti che attestino e provino le notizie da Voi diffuse; nella fattispecie chiedo se avete avuto un referto di laboratorio dal quale si evince la presenza della variante del virus. Io paziente e cittadino direttamente interessato, ad oggi non ho ancora ricevuto nessun referto o documentazione che attesti la presenza della variante sui tamponi effettuati a me e mia moglie.

Quindi credo che sia un fatto molto grave aver divulgato notizie senza verificarne l’attendibilità, e ancor più grave se invece avete avuto in Vostro possesso documenti clinici che mi riguardano, ancor prima di averli ricevuti io stesso. Non ho dato nessun espresso consenso e non ho firmato nessuna dichiarazione sulla privacy, quindi chiedo provvedimenti correttivi in merito, e a tal proposito mi riservo di rivolgermi alle autorità giudiziarie e/o al mio legale, nei prossimi giorni, ed ai mass media nazionali.

In particolare chiedo che venga comunicata e diffusa con nota ufficiale, da parte di tutti i mass media e figure istituzionali che hanno trattato l’argomento “variante africana”, la verità sul mio isolamento VOLONTARIO cominciato già dal primo giorno con esemplare senso civico e che quindi non c’è nessun rischio di contagio avvenuto nei primi giorni, come riportato sull’articolo.

In questo modo si è scatenato il panico e la rabbia della popolazione sena alcun motivo.

Comunico inoltre che negli ultimi 2 giorni sono venuti presso il mio domicilio gli operatori sanitari per effettuare ulteriori tamponi allo scopo di ricercare la presenza della variante. Inoltre ieri 1 marzo è uscita la dichiarazione dell’assessore regionale alla salute Ruggero Razza, che in un comunicato ufficiale su “Palermo today” ha escluso la presenza della variante sudafricana, come da ricerca effettuata dal laboratorio regionale dell’istituto zooprofilattico.

Se questo verrà confermato, il danno creato alla mia persona con la divulgazione dei miei dati e l’attribuzione falsa della variante al mio tampone, è fatto ancor più grave che non intendo sorvolare. Tutto ciò è la dimostrazione che anche gli organi sanitari e le istituzioni preposte non hanno ben chiara la situazione e che quindi queste notizie andavano divulgate alla popolazione con la massima cautela.

Cautela che Voi mass media e figure istituzionali comunali non avete avuto nel divulgare la notizia come foste comuni utenti di social network, che armati di buona dose di ignoranza sui fatti, hanno eseguito una performance di TUTTOLOGIA con master in virologia.

Naturalmente siete ben consapevoli del potere d’informazione e di influenza del Vostro ruolo sulla popolazione; ma dovreste essere altrettanto consapevoli degli effetti negativi dovuti all’errata/incompleta divulgazione di notizie che possono ledere la persona in questione e la sua privacy.

Naturalmente chiedo espressamente di non divulgare ulteriori miei dati personali, tanto meno il mio nome o altri dati riconducibili alla mia persona. Sicuro di una Vostra risposta alla presente mail e sicuro di un Vostro odierno comunicato, come da me richiesto con la presente, mi auguro che questo sia sufficiente a chiarire dubbi e a sanare eventuali scorrettezze nei miei confronti, evitando ulteriori miei provvedimenti che non gioverebbero a nessuno. Scusandomi per essermi dilungato, colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti e augurarVi buon lavoro.