Una vite su cui gira tutto
Recensione al secondo romanzo del trapanese Leonardo Torre
Di Anna Vassallo
È sempre interessante immaginare il momento in cui scrittore e narrazione si incontrano. Il caffè al mattino, appoggiati ad una finestra a separare il mondo dal resto di noi; o viceversa. Immagino che le storie ad un certo punto semplicemente bussino a quel vetro in cerca di un un po' di calore, di ascolto; immagino che semplicemente lo scrittore apra la finestra ad accoglierle.
In altrettanta maniera immagino il lettore, ultimo tassello di questo racconto, pronto a regolare le proprie frequenze.
Da questo personale e fantasioso inizio parte il racconto, il secondo, che ci propone Leonardo Torre, Una vite su cui tutto gira, edito da Affiori.
Il percorso che attraversa questa storia non è semplice, gli ostacoli sono tanti e ognuno invita ad una riflessione che parte dalla vita di tutti i giorni e arriva a ricordi e personaggi che in un modo o nell'altro hanno attraversato a diverso titolo la nostra "normalità".
Gli elementi sono molti, si diceva, la cui matrice è antica quanto la natura umana: Torre li indaga, diversi per l' aspetto, simili per l' essenza. Attorno ci costruisce una trama non lontana, anzi piuttosto comune purtroppo, dalla realtà quotidiana.
Il racconto probabilmente ha bussato insistentemente alla sua finestra trovando la necessità di farsi scrittura.
Ci sono le donne, ci sono gli autori che Torre cita che lo hanno aiutato a trovare il filo conduttore nel tempo di quella matrice antica, c'è il crimine e c'è il giudizio. Infine ci sono l'inspiegabile, o l' irrazionale, e il libero arbitrio, variabile che sottintende universi paralleli dell'etica e della morale, del bene e del male, della coscienza e dell' incoscienza (intesa come mancanza della stessa).
In un mondo che conosce ogni forma di violenza, Torre è abile nel sorprendere il lettore fino alla fine, a metterlo in contatto con diversi perché e diversi chi interiori, invitandolo a prendere posto da una parte o dall' altra della scena (se ne è capace).
Le parole scivolano via, la scrittura arriva perfettamente, l'ultima pagina è già lì che attende le nostre riflessioni che non saranno poche.
Il primo romanzo aveva convinto, il secondo è la conferma di un talento.
Buona lettura.

Redazione
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