Trapani. Dissesto idrogeologico e cemento, PD e M5S tra impegni politici e accuse incrociate

Botta e risposta su chi è più ambientalista

Trapani. Dissesto idrogeologico e cemento, PD e M5S tra impegni politici e accuse incrociate

Nel dibattito politico trapanese, il tema del dissesto idrogeologico rimane al centro dello scontro tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Al cuore della contesa: responsabilità, contraddizioni e la gestione del territorio tra urbanizzazione e ambiente. Se da un lato il PD rivendica il proprio impegno nella messa in sicurezza della città, dall’altro il M5S accusa proprio il PD — e in particolare le consigliere comunali Marzia Patti e Giulia Passalacqua — di aver contribuito nel tempo a peggiorare la situazione con scelte urbanistiche discutibili.

Il comunicato più recente del M5S non usa mezzi termini: definisce “slogan ambientalisti” le prese di posizione delle due consigliere PD, ricordando il loro sostegno in Consiglio a progetti contestati come la costruzione di una grande RSA in via Virgilio e il sottopasso ferroviario. Due interventi che, secondo il Movimento, «sono stati approvati senza un’adeguata valutazione dei rischi ambientali e idraulici, con l’aggravante della mancata richiesta di una Valutazione Ambientale Strategica».

Il punto centrale della critica riguarda la coerenza. Per il M5S, Patti e Passalacqua «giocano sulla memoria corta dell’elettorato», opponendosi oggi a quello che ieri hanno approvato. Accuse che si allargano anche al nuovo tracciato ZES e alla lottizzazione delle ex saline Collegio-Modica, episodi in cui — secondo il Movimento — il PD ha mostrato una linea favorevole alla cementificazione, nonostante l’evidente fragilità idrogeologica del territorio.

La coordinatrice del Gruppo Territoriale di Trapani del M5S, Francesca Trapani, mette insieme almeno quattro punti sui quali ritiene che Patti e Passalacqua siano state incoerenti ricordando che «in Consiglio Comunale si espressero favorevolmente al progetto della RSA, prima, e del sottopasso ferroviario, dopo. Quest’ultimo, come il M5S rilevò, fu supportato da elaborati grafici nei quali la RSA non era neppure considerata! Furono ignorati i potenziali effetti cumulativi della RSA con il progetto del sottopasso ferroviario (e quindi delle conseguenze che le due opere insieme avrebbero potuto determinare in termini ambientali)».

Nel definire con acido sarcasmo le due consigliere “smemorine”, Francesca Trapani aggiunge che «con pari sensibilità ambientale entrambe, insieme all’intero Consiglio comunale, hanno votato il tracciato della strada ZES, che, come abbiamo ripetutamente denunciato pubblicamente, rischiava di tombare definitivamente uno degli ultimi canali destinati ad accogliere e smaltire le acque piovane. Non a caso nella riprogrammazione progettuale del tracciato ZES sono stati accolti i nostri rilievi, avanzati anche per le sollecitazioni della nostra rappresentante all’ARS, Cristina Ciminnisi».

«Da ultimo - conclude la coordinatrice del M5S - , il PD delle due consigliere nulla ha fatto per opporsi alla lottizzazione nei pressi delle ex saline Collegio-Modica, che il loro assessore di riferimento, Giuseppe Pellegrino, ha difeso a spada tratta con la scusa che fosse già calata nel vecchio PRG, e mantenendo le ex saline come “area ad alta trasformabilità” anche nel nuovo PUG, come il M5S Trapani ha ampiamente denunciato anche nelle Osservazioni depositate nella fase partecipativa».

Il Partito Democratico, dal canto suo, aveva già reso nota nei giorni scorsi la propria posizione tramite un comunicato che sottolineava il ruolo dell’amministrazione comunale del sindaco Tranchida — e dell’assessore Giuseppe Pellegrino — nella gestione delle emergenze. Il PD ha ribadito di aver lavorato a lungo per affrontare il problema delle alluvioni, rifiutando la tesi che tutto dipenda da una semplice manutenzione carente. Le cause, secondo il partito, sono più profonde: cambiamenti climatici, infrastrutture datate e fragilità strutturale.

Il confronto tra le due forze politiche mostra quindi due narrazioni fortemente contrapposte: da una parte, il PD che si accredita come forza di governo responsabile e pianificatrice; dall’altra, il M5S che denuncia un modello di sviluppo troppo compiacente verso interessi privati e scarsamente attento all’ambiente.

Sul piano tecnico, uno dei pochi punti condivisi è l’urgenza di ripensare la pianificazione urbana tenendo conto delle nuove vulnerabilità climatiche. Ma è sulla questione politica che si gioca il confronto: chi ha davvero fatto cosa, chi ha ostacolato e chi ha favorito certi progetti, chi difende oggi scelte che ieri ha approvato?

La contrapposizione si traduce in un gioco di memoria e responsabilità, dove ogni parte cerca di scrivere la narrazione prevalente sul territorio. Ma al di là degli scambi al vetriolo, resta il fatto che Trapani è una città fragile, minacciata da allagamenti ricorrenti, che necessita di soluzioni concrete e coerenti. Il rischio, altrimenti, è che a pagare il prezzo siano sempre gli stessi: i cittadini.