No al deposito di scorie nucleari in provincia di Trapani

Presa di posizione della politica trapanese dopo la pubblicazione delle possibili aree di deposito

No al deposito di scorie nucleari in provincia di Trapani

In Sicilia sono state individuate quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta. Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera. È quanto emerge dalla Carta nazionale aree potenzialmente idonee (Cnapi) pubblicata sul sito Depositonazionale.it.

Si tratta della nuova mappa del deposito atomico da costruire. Il Governo ha tolto il segreto (in vigore dal 2015) e ha pubblicato la cosiddetta Cnapi, cioè la Carta nazionale delle aree più idonee sulle 67 selezionate.

La Sogin, la società pubblica di gestione del nucleare, ha ricevuto il nullaosta del Governo e nella notte tra il 4 e il 5 gennaio ha pubblicato la documentazione completa, il progetto e la carta che non dice il punto in cui bisognerà costruire il deposito ma delinea, comunque, i 67 luoghi in cui sono state riscontrate le condizioni tecniche per costruirlo e assegna i voti con una graduatoria. Nella prima selezione di 67 aree idonee erano entrate, ma hanno una votazione molto bassa con colore celeste o giallo, anche alcune zone della Sicilia (in provincia di Caltanissetta, Trapani e Palermo con i comuni di Calatafimi-Segesta, Petralia Sottana e Butera).

Nel trapanese la notizia ha fatto letteralmente sobbalzare la politica locale: primo fra tutti il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida del quale abbiamo questa dichiarazione: "Apprendiamo che le campagne di Trapani saranno destinate a deposito di rifiuti radioattivi italiani. Sconosciamo l’argomento e la cosa ci preoccupa non poco perché in periodo di pandemia il governo richiama alla responsabilità sanitaria dei sindaci, tranne quando si ha l’esigenza, nemmeno informando la locale autorità sanitaria, di trovare silente una discarica? Non ci stiamo”.

Anche il coordinatore provinciale della Lega di Trapani, Bartolo Giglio, fa sentire il proprio sdegn: “Apprendiamo con stupore della ipotetica individuazione di due siti della nostra provincia, uno in zona Fulgatore, nel comune di Trapani ed un secondo nel comune di Calatafimi Segesta, in zona di confine di territorio con il comune di Castellammare del Golfo, da destinare a deposito nazionale di rifiuti nucleari. Entrambi i siti, stante le peculiarità che gli stessi enti proponenti individuano ci sembrano almeno improbabili. La zona di Fulgatore oltre ad avere insediamenti rurali è zona vitivinicola speciale in quanto doc Erice. Quanto al secondo sito la coincidenza e vicinanza con i due riferimenti turistici di eccellenza quali Segesta e il Golfo di Castellamare ci sembra già tanto per rigettare una simile idea. Abbiamo già interessato il senatore Luca Briziarelli della Lega, Componente la commissione ambiente del Senato, per articolare una forte azione di contrasto all'idea nel nostro territorio ed allontanare questo rischio”.

 

Dura anche la nota della Presidente dell’Assemblea provinciale del PD, Valentina Villabuona, e di Rosario Vivona, Segretario del Pd di Calatafimi, in merito alla notizia della pubblicazione dei siti dove costruire il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Questo il testo: La notizia è allarmante, nella nostra provincia viene individuata l’area di Calatafimi – Segesta che certamente non risponde ai parametri richiesti, ovvero aree vulcaniche, sismiche, soggette a frane, inondazioni. Non è la prima volta che questa zona è interessata da questo tipo di operazioni, ricordiamo il progetto di Gallitello dove doveva sorgere un impianto privato di smaltimento rifiuti, in una zona che è di fatto il “granaio di Calatafimi” e che avrebbe distrutto le colture biologiche e messo in ginocchio l’agricoltura della zona. Seppure capiamo la necessità che ha l’Italia di dotarsi di questi depositi, tutto ciò non può avvenire a danno di territori ricchi di bellezze culturali ed ambientali, ricordiamo solo che nel territorio di Calatafimi ci sono boschi naturali come quello di Angimbé unici in Sicilia. Questo impianto non sarà mai realizzato, perché ci impegneremo attraverso i rappresentanti del Partito Democratico affinché le zone siciliane vengano riviste, rispettando i parametri indicati e che certamente non possono riguardare un territorio come quello di Calatafimi – Segesta”.