Inceneritori. Ciminnisi: «sui rifiuti scelte ormai superate»
La deputata: «Schifani scarica sui siciliani le conseguenze di politiche fallimentari»
«Sui rifiuti scelte ormai superate, Schifani scarica sui siciliani le conseguenze di politiche fallimentari». Il giudizio della deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi è tranciante. Una condanna senza appello dopo la firma della convenzione con la quale la Regione Siciliana affida a Invitalia la preparazione dei bandi e la gestione delle gare di appalto per la costruzione dei termovalorizzatori in Sicilia, uno a Palermo e l'altro a Catania. Impianti di combustione dei rifiuti che più prosaicamente e forse anche più realisticamente, Ciminnisi chiama con il loro nome: «inceneritori».
Una firma che il Presidente della Regione, Renato Schifani, ha apposto ieri a Roma e annunciata con un comunicato con toni di «trionfalistico entusiasmo», dice la deputata Ciminnisi in una nota alla stampa. Spesa prevista 800 milioni di euro e una presumibile consegna nel 2030, proprio l’anno nel quale l’Unione Europea nel pacchetto Fit for 55% contenuto nel Regolamento 2021/1119, ha previsto rigidi obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti. Gli 800 milioni, e la relativa successiva gestione, fanno gola ai privati, ai "signori della spazzatura", gli stessi che in giro per l'Italia e soprattutto la Sicilia, hanno lucrato per anni con le discariche.
«Il Governo Schifani è riuscito nel suo intento - dice Ciminnisi nel suo comunicato stampa -. Il centrodestra siciliano, incapace per anni di programmare impiantistica legata al riciclo e all’economia circolare e a sostenere le Città metropolitane nella raccolta differenziata, ha portato all’esasperazione i siciliani, generando di fatto l’erronea convinzione che oggi l’unico modo per uscire dall’emergenza e togliere la spazzatura dalle strade siano gli inceneritori».
La tesi sostenuta dalla deputata e di immediata lettura. Anni di tonnellate di spazzatura accumulata su strade e marciapiedi, l'immagine delle noste città deturpata da continue "crisi dei rifiuti", i cumuli di "monnezza" ormai parte del paesaggio urbano (e spesso extraurbano), hanno convinto i siciliani a inghottire l'amaro calice degli «inceneritori». Scelta obbligata, appunto, dalle politiche fallimentari del passato. Come dire che chi ha governato (male!) il ciclo dei rifiuti ha determinato quasi scientificamente la condizioni perchè ciascuno di noi davanti allo scempio delle città invase dai rifiuti desse il via libera dicendo: "bruciate tutto quello che volete, ma toglieteci dalle strade questa spazzatura".
Ciminnisi coglie l'occasione per riprendere un altro tema caldo, ma sul quale il Presidente Schifani non s'è mai sbilanciato e che riguarda da vicino tutta le comunità della provincia di Trapani: «Stesso trionfalistico entusiasmo e pari determinazione del Presidente Schifani li vorremmo vedere nell’impegno contro il deposito nazionale di rifiuti radioattivi - aggiunge Ciminnisi nel suo comunicato stampa -. Da Schifani, invece, il silenzio assoluto, sebbene il Governo sia stato impegnato a esprimersi contro il deposito da una mozione del Parlamento Siciliano, votata all'unanimità. Abbiamo notizie informali di interlocuzioni tra gli uffici, ma non abbiamo mai avuto l’onore di sentire per bocca del Presidente una sola parola contro la costruzione del deposito di rifiuti radioattivi in provincia di Trapani ed in Sicilia».