Ddl Urbanistica. Ciminnisi: «il consumo del suolo va azzerato»

La deputata chiede interventi concreti che superino la «solidarietà ipocrita agli alluvionati»

Ddl Urbanistica. Ciminnisi:  «il consumo del suolo va azzerato»

«Basta con la solidarietà ipocrita agli alluvionati, governo faccia cose concrete, il consumo del suolo va azzerato».

La deputata del M5S Cristina Ciminnisi, componente della commissione Ambiente di palazzo dei Normanni, commenta con asprezza il disegno di legge Urbanistica in discussione a Sala d’Ercole e ne boccia persino lo spirito che lo dovrebbe animare fin dall'articolo 1. Infatti nell'articolato del ddl si legge che viene sostituito il verbo "impedire" con il verbo "contenere" riferendosi al consumo del suolo. Non è solo una questione semantica e letterale, ma, secondo la deputata M5S, un cambiamento radicale di rotta che «va nella direzione sbagliata».

Sbaglia chi pensa sia una questione di lana caprina, di interpretazione tecnica, da addetti ai lavori del diritto. Si tratta di una questione sostanziale che investe il futuro di ciascuno di noi e che risponde ad una precisa filosofia e ad un intento "politico" ben preciso: non potendo più negare il cambiamento climatico e le sue conseguenze le aree più conservatrici della politica, non solo siciliana, ma a livello mondiale, stanno progressivamente passando dalla "negazione" alla "dilazione". Una pratica dialettica e normativa che non conosce confini e che meglio si sintetizza nel dibattito nato nei paesi anglosassoni dove i partiti conservatori sono passati dal "deney" al "delay".

Quindi la nuova filosofia della destra conservatrice è: non potendo fermare le urgenze ambientaliste, almeno ritardiamo gli interventi a tutela dell'ambiente, così che l'economia dello sfruttamento intensivo non subisca rallentamento. Principio che vale pure per il consumo del suolo. La dilazione, cioè il "contenimento", accontenta i padroni del cemento che altrimenti avrebbero dovuto confrontarsi con "l'impedimento". Dal punto di vista ecomomico non consumare suolo significa virare dalle consuete tecniche costruttive, a base di cemento armato, a pratiche di edilizia rigenerativa che richiedono aggiornamenti tecnologici e nuovi materiali e, forse, maggiori costi aziendali a fronte, però, di minori costi sociali.

«Sulla legge urbanistica, in un momento in cui mezza Sicilia è flagellata dal maltempo – afferma Ciminnisi in una nota alla stampa – il Parlamento non può nascondersi dietro una solidarietà ipocrita, ma deve fare una scelta concreta. Non bisogna essere scienziati per capire che la vulnerabilità del nostro territorio è il frutto dell’omessa programmazione di interventi decennali di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico, ma anche di politiche scellerate di consumo irresponsabile del suolo, in cui la cementificazione ha impermeabilizzato le nostre città senza criteri che tenessero conto degli elementi naturali di contesto. Oggi la crisi climatica fa il resto: dobbiamo attrezzarci, a partire dalla rigenerazione dei nostri centri urbani, dal ripristino dei suoli degradati, da visioni urbanistiche che azzerano il consumo di suolo. Tornare indietro rispetto a questo principi oggi è criminale».