Artigianato, bilancio negativo in provincia di Trapani
Cresce l’artigianato in Sicilia, a fronte di un rallentamento del comparto a livello nazionale, ma la provincia di Trapani perde terreno e chiude il 2020 con un saldo negativo di -11.
Dai dati relativi all’andamento delle imprese artigiane, analizzati dall’Ufficio studi di UnionCamere Sicilia, emerge che l’isola si colloca al settimo posto tra le regioni italiane, con 72.316 imprese artigiane attive, un saldo positivo di +152 (iscrizioni 4.064, cessazioni 3.912) e un totale di 148.668 addetti, mentre le imprese artigiane in Italia sono 1.291.551 e rappresentano il 21 per cento dei circa 6 milioni di imprese registrate, con un saldo negativo nel 2020 di 4.784 imprese in meno. Oltre alla Sicilia, risultano in crescita anche Lazio, Campania, Trentino Alto Adige e Calabria.
In particolare, i settori in Sicilia nei quali è più forte la presenza di imprese artigiane sono: le costruzioni (20.840 imprese, + 318 rispetto al 2019, con 39.852 addetti), manifatturiero (18.228, -63 rispetto al 2019, con 43.330 addetti), altri servizi (11.614, +24, con 19.783); tre settori che complessivamente impegnano 102 mila addetti, pari ai due terzi del totale degli addetti in Sicilia.
Il maggiore saldo negativo per la regione si registra nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, con -107 imprese, anche se con la massiccia presenza di 15.215 addetti; perdono anche il trasporto e il magazzinaggio, le attività di alloggio e ristorazione, le attività professionali, scientifiche e tecniche, l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca. Risulta un saldo leggermente positivo, invece, per il noleggio e le agenzie di viaggio, i servizi di comunicazione e di informazione.
«Il settore costruzioni si manifesta in netta crescita con un saldo positivo importante spinto sicuramente dall’effetto “Super Bonus 110%” che sta agevolando un comparto che come altri ha sofferto questo anno di emergenza sanitaria» afferma il presidente di Unioncamere Sicilia, Pino Pace, ricordando che «Il 2020 è stato un anno pesantissimo per l’economia siciliana, ne hanno pianto le conseguenze parecchie aziende siciliane, che non sono riuscite a superare la crisi e il lockdown, e non sappiamo ancora quali e quante altre saranno costrette a chiudere i battenti, considerato che siamo ancora in piena pandemia e le vaccinazioni sono state somministrate soltanto ad una piccola fascia di popolazione. Speriamo – aggiunge – che questo nuovo governo si attivi con immediati ristori e faccia registrare una inversione di tendenza rispetto al precedente».
Un esame della situazione dell’artigianato nelle diverse provincie siciliane è tracciato dalla segretaria generale di Unioncamere Sicilia, Santa Vaccaro: «Dai dati si evince che le province con maggiore presenza di imprese artigiane sono Catania, Palermo e Messina con più di 82 mila addetti sui quasi 150 mila. Crescono le imprese artigiane a Palermo, Siracusa e Ragusa; saldo abbastanza negativo per Catania con -140; perdono anche Messina (-20) e Trapani (-11), mentre chiudono in positivo Agrigento (+21), Caltanissetta (+9) ed Enna (+11)».