La Grande Città? Inutile senza un Progetto

Serve ritornare ad essere autorevoli sia a Palermo che a Roma, altrimenti...

La Grande Città? Inutile senza un Progetto

Che nesso c’è tra la realizzazione della Grande Città e la realizzazione del sottopasso ferroviario al posto di una moderna stazione ferroviaria ai margini della città? Nessuna! Sono il risultato della marginalità a cui è da tempo relegata la Città capoluogo e, con essa, tutta la provincia. Le nostre rappresentanze partitiche da tempo, ormai, non riescono a far sentire la propria voce nei rispettivi organi regionali e nazionali, lo stesso vale per le nostre rappresentanze politico-istituzionali incapaci di incidere adeguatamente nella determinazione delle politiche di sviluppo sia con la Regione che dei vari Ministeri romani.

Abbiamo puntato tutto sugli uomini e mai sui progetti, ci siamo fatti affascinare dalle maggioranze politico-elettorali ed abbiamo snobbato quelle politico-programmatiche.

Trapani è isolata dal resto della provincia, è isolata dalle dalle altre provincie, non dialoga con il governo regionale e nemmeno con quello romano.

Con l’abolizione delle provincie, non il comune di Trapani ma la città capoluogo doveva trovare la forza e la determinazione di favorire il “ricentramento” delle politiche di sviluppo dell’intera provincia, recuperare la propria identità di leadership di “capoluogo” di provincia.

La Grande Città se deve servire per unire Il centro cittadino di Trapani con CasaSanta rischia di diventare un esercizio inutile e dispendioso. Per risolvere il disagio dei cittadini basterebbe un semplice accordo dei due Comuni per unificare i servizi di Polizia Municipale, Manutentivo e Idrico ecc. come, del resto, avviene sempre più grazie all’intesa fra il sindaco di Trapani e la sindaca di Erice. E, tra l’altro, non possiamo colpevolizzare nemmeno i due Sindaci del fatto che appaiono restii: la fusione non era nei loro mandati elettorali, anzi tutto il contrario.

La Grande Città non può essere l’ennesimo inutile scontro fratricida e populista per non affrontare la vera domanda che ci pone l’Intera provincia: Trapani ed i trapanesi intendono svolgere la funzione politica, istituzionale ed economica di città capoluogo?

Sarà capace Trapani di dotarsi di un progetto strategico sul futuro dell’economia, della cultura, dei servizi di tutta l’intera provincia?

Senza un progetto “strategico” che sconfigga il forte campanilismo di molti comuni trapanesi, fatto ancora di anacronistici attaccamenti ai propri territori, fatto di conflittualità con i cittadini e operatori economici, e scarsa collaborazione con le amministrazioni limitrofe, e con comunicazioni socio istituzionali garantite e intensificate solo a ridosso delle elezioni, si farà poca strada.

La Grande Città sarà un approccio naturale se dietro ci sarà un progetto di riposizionamento strategico della politica e delle istituzioni che porti Trapani a svolgere in maniera autorevole e competente il ruolo di città capoluogo.

Un vecchio detto cinese recita: “Quando il saggio indica il cielo lo sciocco guarda il dito”.

La realizzazione del sottopasso ferroviario al posto della realizzazione di una moderna stazione che magari metta in collegamento i due aeroporti TP-PA  è frutto della nostra stoltezza. Questa realizzazione fa parte di un più ampio progetto di FSI che prevede anche l’ammodernamento della linea ferroviaria Palermo-Trapani, la maggior parte dei fondi saranno spese a Palermo e Catania, è tutto già programmato da anni.

Programmi che fanno parte di un progetto ancora più ampio deciso già nella finanziaria del 2017 per la realizzazione del corridoio Scandinavo-Mediterraneo (ferroviario e stradale) che dovrà collegare le città del Sud. In Sicilia i due hub sono Palermo e Catania. Tra l’altro già da tempo è stato deciso da altri Governi il posizionamento strategico dell’aeroporto di Trapani: “Scalo complementare allo scalo principale di Palermo” come del resto è quello di Comiso rispetto a Catania.

Quindi se vogliamo essere della partita sappiamo che FSI (di cui fa parte Anas) sta gestendo e gestirà nei prossimi anni la più grossa mole di finanziamenti pubblici per l’ammodernamento infrastrutturale delle reti ferroviarie e stradale italiane senza nemmeno i fondi del Recovery Plan.

Anche sul piano strategico nazionale sulla portualità per il traffico Ro-Ro (commerciale gommato), che l’UE vuole migliorare, siamo messi male: la fa da padrona Catania seguita poi Messina e le due distanziano parecchio il porto di Palermo, pertanto già sappiamo dove saranno spesi i soldi.

I finanziamenti infrastrutturali sull’aeroporto e sul porto degli anni scorsi sono avvenuti perché avevamo la fortuna di avere qualche politico a Roma che riusciva ad incidere sulle decisioni e dare un peso politico alle legittime aspettative di questo territorio.

Adesso sappiamo che il futuro di Trapani passa con un’attenta collaborazione con la Città di Palermo, le sinergie dobbiamo cercarle e perseguirle, solo così potranno essere utili ad entrambi i territori, ma in ogni caso tutto passa dalla capacità di essere rappresentati sui tavoli del Mef che contano.

Solo una città capoluogo che ha un progetto strategico in cui sono incluse le alleanze di fondo su cui puntare potrà farci recuperare l’autorevolezza perduta. Là marginalità è uno stato della mente, …. Dum Romae consulitur, Drepanum expugnatur.