Covid, Sicilia zona arancione da lunedì
La regione cambierà colore dalla mezzanotte di domani, domenica 31 gennaio, dopo due settimane di zona rossa, insieme alla Puglia, la Sardegna, l’Umbria e la provincia di Bolzano, mentre tutte le altre regioni e province autonome sono zona gialla.
È stabilito nelle ordinanze firmate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che entreranno appunto in vigore dalla prima ora di lunedì prossimo.
Il passaggio della Sicilia alla zona arancione è commentato positivamente dal presidente della Regione, Nello Musumeci, che evidenzia gli sforzi compiuti nelle ultime settimane, dopo la sua richiesta della zona rossa. «Abbiamo vinto, abbiamo ottenuto il risultato che volevamo. – ha affermato intervenendo nel talk show di approfondimento di Rai3, “Titolo V” – Quando abbiamo chiesto la zona rossa avevamo circa duemila contagi al giorno, 60-70 morti al giorno e un Rt di 1,25. C’erano tutti gli elementi per una degenerazione dei contagi. Dal 17 al 31 gennaio abbiamo ottenuto il risultato che volevamo, e oggi i contagi sono più che dimezzati».
Tuttavia, tanti sforzi saranno vanificati se la zona arancione sarà interpretata dai siciliani come una sorta di “liberi tutti”. Restano in vigore obblighi e divieti, anche se differenti da quelli fissati per la zona rossa.
Innanzitutto, non è consentito spostarsi fuori dal comune di residenza, tranne che per motivi di necessità, lavoro e salute. Ma resta in vigore la deroga per i comuni con meno di cinquemila abitanti, per cui è consentito lo spostamento nel raggio di 30 chilometri (escludendo i capoluoghi di provincia).
È consentita la circolazione libera nel proprio comune, senza bisogno di autocertificazione, dalle 5 alle 22 (il coprifuoco resta in vigore).
Si può far visita a parenti e amici, ma una sola volta al giorno e al massimo in due persone (non rientrano nel calcolo i minori di 14 anni e i disabili).
Le attività di ristorazione (bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie) possono restare aperte dalle 5 alle 22, ma solo per l’asporto. Però, i bar senza una cucina e le enoteche devono interrompere l’asporto alle 18 e resta il divieto di consumare cibi e bevande in strade o parchi dalle 18 alle 5. La consegna a domicilio, invece, è consentita senza limiti di orario.
I centri commerciali restano chiusi nei giorni festivi e prefestivi, ad eccezione di farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole che si trovano al loro interno.
Chiusi i musei e le mostre; rimangono chiuse anche piscine, palestre, teatri e cinema, ma aperti i centri sportivi. Chiuse, inoltre, le sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine, anche nei bar e nelle tabaccherie.
Gli altri negozi, invece, possono restare aperti fino alle 22, compresi parrucchieri e centri estetici.
Per il trasporto pubblico, infine, è prevista la riduzione al 50 per cento della capienza massima dei mezzi, ad eccezione di quelli adibiti al trasporto scolastico.