Venti persone, di cui molte già conosciute alle forze dell'ordine. Dalle prime ore del mattino gli uomini della Squadra Mobile di Trapani di concerto con  il Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, stanno eseguendo tutta una serie di perquisizioni nei confronti di venti indagati accusati di aver coperto la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Nella lista dei nomi anche l'ex consigliere comunale di Castelvetrano,  Calogero Giambalvo, arrestato e poi assolto in primo e secondo grado dall'accusa di associazione mafiosa, ma condannato dal tribunale di Trapani per estorsione. Le perquisizioni riguardano anche alcuni familiari dell'ex consigliere comunale. Nel mirino degli investigatori anche Giovanni Campo, figlio di Pietro, proprietario della masseria a Santa Margherita Belice dove nel 2009 sarebbe stato immortalato proprio Messina Denaro a bordo di un Suv. Il video è stato mandato in onda ieri sera nel corso dell'edizione delle 20,30 del Tg2. Nessuna certezza ovviamente che si tratti proprio dell'uomo a cui le forze dell'ordine danno la caccia da 23 anni, ma le indagini sono in corso. 

Di seguito l'elenco di tutte le perone sospettate di aver avuto contatti con il boss latitante per favorirne la fuga: Salvatore La Cascia (Campobello di Mazara), Giuseppe Giambalvo (Roccamena), Pietro Giambalvo (Santa Ninfa), Isidoro Cammarata (Castelvetrano), Filippo Mangione (Partanna), Nicola Pandolfo (Partanna), Laura Bonafede (Campobello di Mazara), Cataldo La Rosa (Campobello di Mazara), Giovanni Campo (Santa Margherita Belice), Piero Guzzardo (Santa Margherita Belice), Filippo Messina (Castelvetrano), Giovanni Furnari (Castelvetrano), Pasquale Zinnanti (Partanna), Lorenzo Catalanotto (Castelvetrano), Antonio Trinceri (Partanna), Tommaso Tumbarello (Partanna), Antimo dell’Aquila (Campobello di Mazara), Rosario Scalia (Partanna), Calogero Giambalvo (Castelvetrano) , Alessandro Messina (Mazara del Vallo).