Campobello di Mazara:lo stupro, il linciaggio e lo sfogo social di uno degli imputati

Campobello di Mazara:lo stupro, il linciaggio e lo sfogo social di uno degli imputati

Lo stupro, le risate, la ragazza che trova il coraggio di denunciare. Una vicenda, quella che arriva da Campobello di Mazara che in poche ore ha fatto il giro del web e delle testate nazionali. E non per il contesto in cui matura. Gli amici che la invitano ad una festa, il miglior amico che non fa nulla per evitare che altri approfittino di lei, le comari del paesino “che tanto è una ragazza facile, se l’è cercata”, donne che difendono i figli minacciando ripercussioni nei confronti della vittima. A far indignare  è stata però la presa di posizione del padre che in un primo momento pare credere alla versione degli amici della figlia, salvo poi fare un passo indietro. E’ dovuto intervenire il Procuratore di Marsala nel tentativo di bloccare il linciaggio mediatico, l’odio esploso sui social. "Dopo un iniziale momento di incredulità dovuto all’estrema gravità del fatto denunciato, il genitore della persona offesa si è mostrato solidale nei confronti della figlia e ha collaborato con gli inquirenti ai fini dell’accertamento della verità", ha affermato il procuratore Vincenzo Pantaleo. Ma evidentemente non è bastato. Così ad intervenire è direttamente il papà. L’uomo, ipovedente, ha scritto un lungo post su Facebook. "Ancora oggi, con sdegno, devo dire che questa versione dei fatti non la conoscevo e sono stato all'oscuro di tutto perché mia figlia non sempre si è aperta completamente, forse per paura", scrive l'uomo. Il papà della ragazza, rivolgendosi a quanti hanno commentato duramente sui social le sue dichiarazioni, scrive: "Voi non sapete cosa ha significato per me scoprire tutto. Dopo il processo pubblico, cioè quello del vostro giudizio, mi attende anche quello all'interno delle istituzioni. Tutto ciò vi sembra una cosa facile?". In un primo momento il padre della ragazza aveva appreso in modo sommario dalla figlia, arrivata a casa a notte fonda, cosa era accaduto. Ecco perchè ha telefonato a uno dei quattro presunti violentatori per incontrarlo. Il giovane, invece, si è presentato con gli altri tre indagati (due erano amici del figlio sin dall'infanzia). "Mi hanno raccontato - spiega - la loro versione dei fatti, cioè che non avevano fatto nulla di male a mia figlia, e io ci ho creduto e così mi sono fatto accompagnare dai carabinieri. Ecco perché quelle prime dichiarazioni. Poi, una volta a casa, mia figlia ha avuto modo di raccontarmi quanto successo e ho avuto modo di conoscere bene tutta la storia e così sono andato di nuovo dai carabinieri e ho messo a verbale che mia figlia aveva fatto bene a denunciare. Tutta la famiglia è al suo fianco". Nella cronaca di uno stupro, qualcuno fa anche i nomi dei presunti stupratori che rimabalzano da un sito all’altro, rendendo peraltro facile l’individuazione della vittima, due di loro erano amici intimi della ragazza, che andrebbe tutelata, lo dice il codice deontologico. E così uno di loro, dai domiciliari, sceglie Facebook per fornire la sua versione dei fatti, scagliarsi ancora una volta nei confronti della vittima “che sapeva tutto” e attaccare i giornalisti. "State facendo di tutto per infangare il mio nome - scrive -  ne state dicendo di tutti i colori … Sapete soltanto giudicare senza nemmeno conoscere la verità, mi avete tirato in mezzo senza che abbia fatto niente. Non c'è stata nessuna violenza ! Nessuno abuso! Niente!”. Sfogliando le carte però e scorrendo le intercettazioni quella che emerge è un’altra verità, che sarà la magistratura ad accertare, così come spetta ai magistrati valutare la posizione di tutti i partecipanti ad una festa che in un attimo si è trasformata in un incubo per la vittima. Oggi i quattro arrestati, due sono ai domiciliari, due in carcere, verranno ascoltati dal gip del tribunale di Marsala, Riccardo Alcamo.