I legali dei Risalvato: «Smentiamo che l’immobile sia mai stato un covo di MMD»

Dopo la perquisizione dell'abitazione in via Toselli, a Campobello di Mazara

I legali dei Risalvato: «Smentiamo che l’immobile sia mai stato un covo di MMD»

Nell’interesse e per conto della famiglia di Risalvato Errico, coinvolta ingiustamente ed immotivatamente nei recenti fatti di cronaca, gli avvocati Mattozzi e Stallone - che ne hanno assunto la difesa già lo scorso mercoledi 18 gennaio 2023 in occasione della perquisizione che ha riguardato l’immobile di via Maggiore Toselli di Campobello di Mazara – intendono chiarire quanto segue:

"Le notizie di stampa che si sono susseguite in maniera frenetica sono quasi integralmente infondate, riportate in maniera volutamente ambigua; la famiglia Risalvato, consapevole della rilevanza sociale prima che mediatica dei recenti avvenimenti, nel pieno rispetto dell’attività di indagine della DDA e del diritto di cronaca, ha volutamente atteso in silenzio l’evoluzione dei fatti ma la persecuzione, lo sciacallaggio e la diffamazione cui è stata sottoposta da parte della stampa da otto giorni ad oggi, impediscono di continuare a mantenere il riserbo adottato finora.

Smentiamo categoricamente che l’immobile sia mai stato un “covo” di Matteo Messina Denaro e che in casa ci fosse un bunker; trattasi di una porzione di stanza di 3 mq munita di porta blindata, apposta nell’anno 2015, utilizzata per riporre - specie nei periodi nei quali la famiglia si allontanava per le vacanze - gli oggetti preziosi di proprietà esclusiva della figlia del sig. Risalvato Errico tutti frutto di regali del marito durante il fidanzamento ed il matrimonio, dei genitori e dei nonni materni (la sig.ra è figlia unica ed unica nipote), dei suoceri, in occasioni particolari della propria vita (fidanzamento, promessa di matrimonio, laurea solo per citarne alcuni) come avviene in qualsiasi famiglia. Va anche precisato che tutti i preziosi ritrovati sono muniti di regolare certificato di garanzia dei rivenditori presso i quali sono stati acquistati.

Smentiamo categoricamente che all’interno della stanza siano state rinvenute pietre preziose di qualsivoglia dimensione: i solerti giornalisti che hanno già avuto inspiegabilmente accesso al contenuto della documentazione coperta da segreto istruttorio, addirittura durante la formazione di detti documenti, potranno con altrettanta solerzia verificare l’ASSENZA di pietre preziose nell’elenco dei beni sequestrati.

Smentiamo categoricamente il ritrovamento di quadri all’interno della stanza munita di porta blindata.

Smentiamo categoricamente che vi fossero scatole contenenti documenti e che nell’abitazione siano stati ritrovati taccuini o appunti; le scatole, tutte in pessimo stato di conservazione dovuto alla muffa - il che le rende inidonee alla conservazione di documenti - sono tutte afferenti soprammobili che arredano la casa della figlia del sig. Risalvato.

Smentiamo categoricamente che il sig. Risalvato ed i suoi familiari siano a qualsivoglia titolo coinvolti nella latitanza di Messina Denaro Matteo e non possiamo fare altro che richiamare alla memoria come già una volta Errico Risalvato sia stato vittima di errore giudiziario tanto da ottenere, dopo una ingiustificata custodia cautelare, non solo la piena assoluzione ma anche la riparazione del danno per ingiusta detenzione.

Non possiamo non palesare l’indignazione come operatori del diritto nel vedere in onda il video realizzato per esigenze istruttorie durante le attività di perquisizione o nel constatare che, contemporaneamente alla redazione dei verbali - avvenuta in presenza dei colleghi di studio - la stampa desse notizia contestualmente sulla natura dei beni ritrovati e sequestrati; per tali fatti chiediamo al procuratore Paolo Guido di effettuare gli opportuni accertamenti.

Riponiamo la massima fiducia nell’operato del sig. Procuratore e auspicando una risoluzione rapida della vicenda giudiziaria, certi dell’estraneità dei nostri assistiti, invitiamo gli organi di stampa ad avere il dovuto rispetto nei confronti della famiglia Risalvato che ha messo la propria casa a totale disposizione delle FFOO intervenute senza sollevare alcuna eccezione o questione, ad aver rispetto delle condizioni di salute del sig. Errico e della moglie, ad aver rispetto della loro vita quotidiana di onesti cittadini ed onesti lavoratori.

Al contempo ci vediamo costretti a diffidare testate giornalistiche, programmi televisivi, blog dall’utilizzare termini quali “covo” o “bunker” in riferimento all’abitazione di via Maggiore Toselli di proprietà della famiglia Risalvato e a fronte della campagna diffamatoria messa in atto nei giorni scorsi, ci riserviamo ogni azione giudiziaria a tutela dei nostri assistiti."

Avv. Massimo Mattozzi

Avv. Pietro Stallone