Campobello, il terzo covo del boss e le carte rinvenute

Ancora in corso le ricerche da parte delle forze dell'ordine

Campobello, il terzo covo del boss e le carte rinvenute

Un appartamento al primo piano di una palazzina gialla. Il paese è sempre lo stesso: Campobello di Mazara. E' lì che la polizia ha scoperto il terzo rifugio del boss Matteo Messina Denaro, finito in manette lunedì dopo 30 anni di latitanza. A poche centinaia di metri dall'abitazione di vicolo San Vito individuata qualche ora dopo il blitz, nella quale sono stati rinvenuti documenti con delle sigle, e non distante dal bunker trovato mercoledì scorso dalla Guardia di Finanza. La casa, che il capomafia avrebbe occupato fino a giugno scorso, è in via San Giovanni ed è di proprietà di un uomo che da anni ormai vive in Svizzera. L'edificio si trova al civico 260, accanto all'abitazione di Giovanni Luppino, arrestato insieme al boss lunedì scorso perchè accusato di essere il suo autista. Al momento è vuota e sarebbe in vendita. All'immobile, perquisito dagli inquirenti nel pomeriggio, si è arrivati seguendo le tracce di un trasloco. Sono in corso indagini per accertare se nell'appartamento siano state ricavate stanze segrete come quella scoperta mercoledì dalle Fiamme Gialle. Un bunker blindato nascosto da un armadio pieno di vestiti, al quale si accede da un fondo scorrevole. A dare la chiave di quel che ha definito un ripostiglio - a quanto pare pieno di scatoloni, alcuni gioielli, pietre preziose e argenteria - è stato il proprietario della casa nella quale il rifugio era stato ricavato: Errico Risalvato, fratello di un fedelissimo del boss condannato per mafia e a lungo indagato.

La Procura, guidata da Maurizio de Lucia, dovrà ora esaminare tutto il materiale recuperato dopo l'arresto: l'agenda che era nel borsello del capomafia al momento del blitz, che conterrebbe anche riflessioni e pezzi di lettere, i due cellulari di Messina Denaro, post-it, appunti e documenti con sigle, numeri di telefono, nomi e cifre che fanno pensare a una sorta di promemoria su investimenti e spese trovati nell'appartamento di vicolo San Vito e che sono ora all'analisi del Ris. Al momento non ci sarebbe invece traccia di un libro mastro. Tra gli oggetti è stato anche trovato, in quello che era l'appartamento del boss, un poster con il volto de 'Il padrino', quello interpretato nell'omonimo film in cui il protagonista, Marlon Brando, recita il personaggio di don Vito Corleone. E sull'eventualità che qualcuno possa essere entrato nei covi di Messina Denaro per 'ripulirli' subito dopo il suo arresto e prima dell'arrivo degli investigatori, il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, spiega: "Non siamo in grado di dire se qualcuno sia andato prima. Mi auguro che se ci sia stato qualcuno abbia lasciato qualche traccia. E' un’ipotesi, ma allo stato non siamo in grado di confermarla".

E' stata posta infine sotto sequestro la casa di proprietà della mamma di Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l'identità al capomafia e che ha acquistato con i soldi del boss l'appartamento di vicolo San Vito, occupato dall'ex latitante negli ultimi mesi.

Intanto, Matteo Messina Denaro ha rinunciato a partecipare all'udienza in collegamento video con l'aula bunker di Caltanissetta. La sedia che lo attendeva è rimasta vuota. Il processo è stato rinviato al 9 marzo