La maestra d’asilo e lo scambio di lettere con Matteo Messina Denaro

Dalle indagini emergono anche riferimenti ad altri fiancheggiatori: “Bagnino”, “Squallido”, “Blu”

La maestra d’asilo e lo scambio di lettere con Matteo Messina Denaro

Si faceva chiamare il “cugino” per non destare sospetti e celare la propria identità. Per gli inquirenti dietro il “cugino” o l’ ”amico” c’era però Laura Bonafede, maestra d’asilo, figlia del defunto boss di Campobello di Mazara, Leonardo, nonché cugina di Emanuele Bonafede, arrestato questa mattina assieme alla moglie Lorena Ninfa Lanceri, alias Diletta. 

Il nome della donna era saltato fuori, domenica scorsa, nel corso della trasmissione “Non è l’Arena”, condotta da Massimo Giletti. Laura Bonafede, moglie dell’ergastolano Salvatore Gentile è infatti la mamma della famosa Martina, citata in uno dei tanti pizzini di Matteo Messina Denaro, ritrovati all’interno dell’abitazione della sorella Rosalia.

La maestra d’asilo sarebbe stata parecchio legata all’ex superlatitante. E’ quanto emerge da tutta una serie di lettere  firmate “il cugino” o l’ “amico”. I due si sono anche incontrati all’interno di un supermercato di Campobello di Mazara.

Dell’incontro parla proprio il capomafia castelvetranese in una lettera datata 14 gennaio, ovvero due giorni prima di essere arrestato. "Ci siamo visti da vicino - si legge nella missiva - ed anche parlato. Mi avrai trovato invecchiato e stanco. 

A me ha fatto piacere vederti e parlarti, cercavo di tenere la situazione sotto controllo ma non ho visto niente di pericoloso, se no smettevo di parlarti. A parte le due signore madre e figlia suppongo, poi tutto nella regola. Certo c'è da vedere cosa ha pensato l'affetta formaggi, perché a te ti conosce e sa che tipo sei, a me mi conosce di vista come cliente ma non sa nulla. Ora che mi ha visto parlare con te sarà incuriosito di sapere chi sono".

L’incontro è stato immortalato dalle immagini di videosorveglianza del supermercato ed ha permesso agli investigatori di risalire all’identità del “cugino”. Dal carteggio rinvenuto emerge anche che “Margot” è in realtà l’auto acquistata dal boss, l’Alfa Romeo Giulietta intestata all’anziana madre del geometra Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato la sua identità all’ex superlatitante, ma non solo, la donna fa anche riferimento ad altri presunti fiancheggiatori del boss indicati come “Bagnino”, “Blu” e “Squallido”, non identificati.