Trent'anni fa la tragedia del Moby Prince

Purtroppo anche quattro trapanesi tra le 140 vittime

Trent'anni fa la tragedia del Moby Prince

Dieci aprile 1991, ore 22,25,  il traghetto Moby Prince entra in collisione con la petroliera Agip Abruzzo al largo del porto di Livorno. Si tratta di una delle più grandi tragedie della marineria italiana. Centoquaranta le persone decedute nel rogo, l'unico sopravvisuto è il giovane mozzo,  Alessio Bertrand. Tra le vittime anche quattro trapanesi: Antonino Campo, 26 anni, marinaio,  Salvatore Ilari, 31anni, secondo ufficiale di macchina, Gaspare La Vespa, 31 anni, terzo ufficiale di macchina, Rosario Romano, 24 anni, macchinista. 

Oggi, a distanza di trent'anni le vere cause della tragedia non sono state accertate. Nella collisione il traghetto sfonda una delle cisterne della petroliera. Questione di minuti e il Moby Prince, che aveva da poco lascito il porto di Livorno in direzione Olbia, viene avvolto dalle fiamme. Nel corso degli anni tante le ipotesi, errore umano, nebbia, un guasto alle apparecchiature di bordo, la verità però non è mai stata scritta e il disastro rimane senza colpevoli. A lottare per avere giustizia i parenti delle vittime che non si sono mai arresi. Appena due giorni fa la "Commissione Trasporti della Camera" ha dato il via libera al testo di base per l'istituzione di una Commissione monocamerale d'inchiesta per continuare ad indagare. La scorsa commissione d'inchiesta del Senato, istituita nel 2015 portò alla riapertura del caso da parte della Procura di Livorno. Tanti però gli interrogativi che attendono ancora delle risposte. Resta il ricordo di tutte le vittime e di quei quattro figli di questa terra che meritano giustizia.