Scandalo al cimitero di Trapani, ribaltate alcune posizioni

Scandalo al cimitero di Trapani, ribaltate alcune posizioni

Si ridimensiona il fronte giudiziario dell’inchiesta sul cimitero di Trapani, che nei mesi scorsi aveva scosso la città. Il giudice per le indagini preliminari Giancarlo Caruso ha disposto la revoca della misura interdittiva – il divieto temporaneo di esercitare l’attività – nei confronti dei titolari di tre imprese funebri locali: Vito Dolce, Vito Polisano e i fratelli Giampiero e Giuseppe Colletta.

I quattro impresari, assistiti dagli avvocati Giuseppe De Luca, Salvatore Alagna e Umberto Coppola, erano finiti nell’indagine che aveva portato all’arresto dell’ex necroforo del cimitero comunale e di un suo collaboratore fidato, accusati di aver costruito un sistema di favoritismi e mazzette nell’assegnazione dei servizi funebri.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il quadro è cambiato: il Gip ha accolto le istanze presentate dai legali, ritenendo che non sussistano più le esigenze cautelari alla base delle misure. Intanto è stata anche formalmente stralciata la posizione di Giampiero Colletta.

L’inchiesta, avviata nel 2023, aveva portato all’arresto dell’ex necroforo del cimitero e di un suo collaboratore, accusati di aver instaurato un sistema di corruzione e concussione per favorire determinate agenzie funebri in cambio di denaro. Secondo gli investigatori, il necroforo avrebbe ostacolato l’operato della ditta incaricata della gestione dei servizi cimiteriali, favorendo invece ditte compiacenti a cui venivano assegnati i lavori, chiedendo in cambio una percentuale sui guadagni.

Con la revoca delle misure interdittive, i quattro impresari potranno riprendere le loro attività. Resta aperta l’indagine per accertare le responsabilità e le eventuali complicità nel sistema illecito di gestione del cimitero.