Carabinieri. Il Generale Burgio in visita a Trapani

Carabinieri. Il Generale Burgio in visita a Trapani

Il Generale di Corpo d’Armata Carmelo Burgio, comandante interregionale Carabinieri “Culqualber” per la Sicilia e la Calabria, ha fatto visita oggi al Comando Provinciale dell’Arma di Trapani; è tornato, anche se temporaneamente, nella caserma di via Orlandini in cui, da colonnello, nei primi anni del Duemila era stato comandante provinciale (sino al 2002).

L’alto ufficiale, accolto dall’attuale comandante provinciale, colonnello Gianluca Vitagliano, ha incontrato una rappresentanza dei Carabinieri in servizio nelle compagnie e nelle stazioni del territorio, riunita nel cortile interno della caserma, nel rispetto delle prescrizioni emanate per contenere la diffusione del Covid-19.

Nel corso della visita, il Generale ha rivolto parole di apprezzamento per il costante impegno profuso dai militari nelle attività di prevenzione e repressione dei reati sul territorio, ed ha espresso anche il «ringraziamento per lo spirito di sacrificio e abnegazione mostrato durante l’emergenza sanitaria, in particolare in favore delle fasce più deboli della popolazione».

Il Comandante Interregionale ha poi premiato il personale che si è distinto nelle indagini dell’operazione “Mafiabet” che, sotto la guida della Dda di Palermo, hanno permesso di ricostruire l’ascesa di un imprenditore nel settore delle scommesse e dei giochi on line, favorita da cosa nostra trapanese che facilitava l’installazione, in numerosi esercizi commerciali, di device per le scommesse online gestite dalle società di uno degli arrestati; un’ascesa ripagata dall’imprenditore – ricordano gli investigatori – con cessioni di denaro ad esponenti di vertice dei mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e Castelvetrano, nonché a parenti del latitante Matteo Messina Denaro. L’operazione, conclusa con l’arresto di cinque persone per associazione mafiosa, estorsione, corruzione elettorale aggravata e altro, aveva consentito anche di eseguire un sequestro di beni (compresi denaro contante e lingotti d’oro) per circa due milioni di euro, finalizzato alla confisca e disposto dalla Procura di Palermo nei confronti di otto società e imprese individuali che gestivano non solo giochi online, ma anche vari esercizi commerciali.