Oggi ricorre la festa di San Martino
Tra mufulette e biscotti
L’11 novembre è la festa di San Martino, vescovo di Tours nel IV secolo. Si narra che Martino, figlio di un ufficiale dell’esercito romano che lo chiamò Martino in onore di Marte, dio della guerra, a causa di un’ordinanza divenne soldato romano. In una notte d’inverno, alle porte della città di Amiens, mentre era di ronda, incontrò un povero tremante per il freddo. Non avendo denaro da dargli, si impietosì e con la spada, tagliò a metà il proprio mantello affinché il mendicante avesse qualcosa con cui coprirsi. Incredibilmente il freddo si affievolì e comparve il sole: fu quella la prima estate di San Martino. Per il suo atto di carità è patrono dei mendicanti; per il mantello dei sarti; per la cinghia a cui era appesa la sua spada, dei conciatori di pelli dei lavoratori del cuoio. Siccome una volta trasformò l’acqua in vino, è patrono degli osti, dei bevitori, degli ubriachi, dei viticultori e pure dei mariti traditi. Nel passato il giorno di San Martino in campagna si uccideva il maiale, si assaggiava il vino nuovo, si arrostivano le castagne. Dalle nostre parti si prepara “u viscottu” aromatizzato con l’anice o il finocchietto che si consuma dopo essere stato imbevuto nel moscato. C’è anche il pane di S. Martino comunemente chiamato “mufuletta”. Si tratta di pagnottelle preparate con farina di grano duro e aromatizzate con semi di anice. In Sicilia Si preparano anche le crespelle simili alle zeppole.

Redazione
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