Artemisia bis, chi sono i 28 indagati

Artemisia bis, chi sono i 28 indagati

Falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.  Queste le accuse mosse nei confronti dei 28 indagati tra medici, assistenti socio sanitari, membri delle commissioni mediche per l'accertamento delle invalidità civile e della commissione per l'accertamento dell'handicap dell'Inps - ufficio di Trapani, nell'ambito dell'operazione Artemisia Bis, messa a segno ieri dai carabinieri del nucleo investigativo del comando di Trapani e della locale compagnia che hanno notificato l'avviso di conclusione indagini nei confronti di: 

Alberto Adragna, Rosalba Caizza, Francesca Pellegrino, Rosario Orlando, Antonietta Barresi, Patrizia Todaro, Agostino Gabriele Benito Tomasello, Mario Sugamiele, Gaetano Salerno, Antonio DI Giorgio, Sebastiano Genna, Adelina Barra, Tommaso Savì, Pietro Genna, Joseph Dispensa, Giuseppe Badalamenti, Psquale Petruzzo, Giuseppe Francesco Simone, Simona Gioè, Giovanni Paolo DI Peri, Pietro Alfano, Gaetana D'Agostino, Viviana Cutaia, Giovanna Ivana Di Liberto, Alessio Cammisa, Viviana Catania, Elisa Vegna, Francesca Maria Boatta

L'indagine coordinata dalla Procura di Trapani, rappresenta la prosecuzione dell'operazione Artemisia nella quale, il 21 marzo del 2019, i carabinieri del comando provinciale di Trapani, trassero in arresto 27 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concussione, corruzione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione e utilizzazione del segreto d'ufficio, favoreggiamento personale, abuso di ufficio ed associazione a delinquere segreta, finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione. Altri 5 indagati furono destinatari di misura cautelare di divieto di dimora. Le indagini svolte allora, riguardarono anche l'ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, accusato di aver creato un accordo stabile con Rosario Orlando, già responsabile del centro medico legale dell'Inps e poi collaboratore esterno dello stesso Ente quale "medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invadilità civili" che riusciva a corrompere attraverso regali ed altre utilità. Un patto corruttivo che rendeva Orlando a disposizione del politico castelvetranese la cui finalità ultima era quella di garantirsi a suon di favori una corposa base elettorale. Gli investigatori avrebbero individuato almeno 162 casi in cui sono state commesse irregolarità.