Festività e viaggi, le regole da seguire per chi vuole partire

Natale e Capodanno al tempo della pandemia: tutto ciò che c’è da sapere prima di scegliere le mete all'estero

Festività e viaggi, le regole da seguire per chi vuole partire

Dopo il Natale “blindatissimo” e il Capodanno senza veglioni targati 2020 causa pandemia da Covid 19, quest’anno si torna a sperare. C’è voglia di evadere e viaggiare, di respirare aria nuova e fresca, o quantomeno diversa. L’idea è quella di liberarsi dalla coltre grigia e triste accumulata in questi ultimi 18 mesi e partire alla volta di nuove avventure, meno seriose e più leggere. La mente ci porta ad ammirare con gli occhi insoliti della curiosità posti nuovi e mai visti. O semplicemente a tornare in luoghi cari e familiari dove sentirsi finalmente a casa e al sicuro.

Qualunque sia la leva che muove la voglia di partire, la parola d’ordine rimane comunque la stessa: evasione! Mai come in questo momento però, quando il Covid che è ben lontano dall’essere sconfitto, sta facendo registrare una nuova ondata e la variante Omicron preoccupa più di qualche sonno, l’altra parola chiave da tenere ben ferma nella mente è: prudenza. Affiancata dalla conoscenza delle restrizioni e delle limitazioni che i diversi governi europei e non solo stanno varando in queste ore per frenare l’avanzata della pandemia.

Di seguito, alcune informazioni da tenere a mente, prima di scegliere la meta per trascorrere le prossime festività. E ricordatevi sempre di avere a portata di mano il “green pass”.

In Italia al momento non ci sono, né sono in programma, restrizioni ai viaggi e agli spostamenti tra regioni. Le restrizioni si applicherebbero solo qualora una regione dovesse diventare rossa: a quel punto sarebbero vietati tutti gli spostamenti anche all'interno del proprio Comune di residenza. L’ingresso nel nostro Paese è invece vietato a chi è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini, Malawi negli ultimi 14 giorni. In tutti quei paesi cioè dove la variante Omicron circola maggiormente.

Potrà recarsi in Inghilterra chi ha completato almeno una parte del ciclo vaccinale da oltre 14 giorni e non è passato da Paesi a rischio nei 10 giorni precedenti. Deve, però, prenotare un tampone da fare entro il secondo giorno dopo l’arrivo, compilare il passenger locator form e avere con sé l’attestazione vaccinale. Se anche solo una di queste indicazioni dovesse risultare non conforme o disattesa, toccherà rimanere in quarantena per le successive 48 ore, in attesa del tampone con esito negativo.

Più semplice entrare in Francia dove viene richiesto il green pass rilasciato dai Paesi dell’Ue, obbligatorio per accedere ai luoghi di intrattenimento e nei musei o teatri. Nel territorio francese si può circolare senza mascherine (a meno che non ci siano assembramenti).

Maggiore attenzione serve invece a quanti volessero visitare l’Austria, dove fino al 12 dicembre vige un lockdown generalizzato. Per chi arriva da Paesi considerati a basso rischio come l’Italia non è prevista la quarantena se il turista ha una certificazione che attesta la negatività al Covid. Chi è sprovvisto della certificazione deve effettuare un test molecolare entro 24 ore.

Regole molto simili a quelle austriache anche per la Germania, dove la situazione pandemica è a dir poco preoccupante. In terra tedesca vige l’obbligo di green pass dai 12 anni in su e "ciclo vaccinale" per chi ha almeno una dose di vaccino ma dal quattordicesimo giorno. I non vaccinati possono accedere con un tampone antigenico negativo nelle 48 ore precedenti o 72 ore con il molecolare. La novità è la regola della 2G di cui parla il Corriere: accesso a luoghi chiusi soltanto ai vaccinati o ai guariti. La decisione spetta ai singoli Stati federali. In quelli in cui la circolazione è molto alta potrebbe scattare il "2G plus" con ulteriori restrizioni come l'obbligo di mascherina o un tampone negativo.

Per entrare in Spagna le precauzioni variano a seconda dei Paesi di provenienza. Per gli italiani basta consultare il sito della Farnesina. Lo stato spagnolo ha infatti deciso di aggiornare e pubblicare ogni 7 giorni la lista aggiornata per chi proviene da un territorio straniero.

Per il Portogallo, invece, valgono le regole base: green pass o ciclo vaccinale da almeno 14 giorni (prima dose) o guarigione dal Covid entro 180 giorni; tamponi negativi 48 o 72 ore prima dell'imbarco ma potrebbe essere richiesto un test anche nel momento dello sbarco in territorio portoghese. Il green pass non viene richiesto per l’ingresso nei ristoranti negli alberghi, nei casinò o nelle palestre e spa. L’uso della mascherina invece è obbligatorio sui trasporti pubblici, negli ospedali, nelle case di riposo e nei luoghi che ospitano spettacoli di intrattenimento e eventi.

Esistono poi i così detti “corridoi Covid free”. Si tratta di corridoi turistici organizzati da tour operator, autorizzati dal ministero della Salute per: Aruba, Maldive, Mauritius, Seychelles, Repubblica Dominicana ed Egitto (solo Sharm El Sheikh e Marsa Alam). Prima del rientro in Italia però, sarà necessario fornire un Passenger Locator Form e un test rapido o molecolare negativo da effettuare 48 ore prima della partenza.

Non si potrà invece, in alcun modo, almeno in questa fase, entrare in Israele, Giappone e Marocco. Paesi questi che hanno deciso di chiudere le frontiere a tutti gli stranieri e preservare il loro momento "tranquillo" dal punto di vista epidemiologico.