Operazione Igea, truffa all'INPS: scatta il sequestro da un milione di euro

Il provvedimento riguarda l'operazione della GDF condotta nel gennaio dell'anno scorso

Operazione Igea, truffa all'INPS: scatta il sequestro da un milione di euro

Sottoposte a sequestro 23 polizze assicurative ramo vita per un controvalore di circa € 830.000, 9 rapporti bancari con un saldo attivo di circa € 160.000, un autoveicolo del valore di circa € 20.000 e denaro contante per circa € 62.500.

La Guardia di Finanza ha eseguito un provvedimento del tribunale nei confronti di Antonino Randazzo, considerato l'ideatore della frode nei confronti dell'istituto di previdenza. Dopo l'arresto con l'operazione Igea di gennaio 2020, il 58enne è stato rinviato a giudizio insieme ad altri nel marzo scorso. Ora, dopo quasi due anni dagli arresti per un giro di truffe all’Inps, e a processo in corso, arriva anche un sequestro da un milione di euro. 

Randazzo era stato già tratto in arresto dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo nel gennaio del 2020 nell’ambito dell’operazione “IGEA” in quanto ritenuto il dominus di un sistema criminoso volto a realizzare sistematiche truffe ai danni dell’INPS a vantaggio di diversi soggetti che, in cambio di cospicue somme di denaro, avevano ottenuto pensioni di invalidità in realtà non spettanti.
Le indagini avevano disvelato un modus operandi consolidato negli anni, talmente collaudato da indurre gli interlocutori del proposto a ritenere che il ricorso ai servizi illeciti dallo stesso offerti fosse l’unico modo possibile per ottenere le agognate prestazioni previdenziali.

Per tali fatti Antonino RANDAZZO è stato rinviato a giudizio per traffico di influenze illecite, falsità ideologica, truffa ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e impiego di denaro di provenienza illecita unitamente ad ulteriori 17 soggetti. Il procedimento è in fase dibattimentale dinanzi al Tribunale di Palermo. 

Successivamente alle investigazioni di carattere penale, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria venivano delegati dall’Autorità Giudiziaria palermitana all’esecuzione di mirati accertamenti patrimoniali – secondo una procedura operativa attuata dalla Guardia di Finanza in tutti i settori di servizio volta a valorizzare in chiave patrimoniale le risultanze delle attività operative - che hanno consentito di accertare la sussistenza di disponibilità finanziarie e patrimoniali assolutamente incompatibili con la capacità reddituale ufficialmente
dichiarata dal Randazzo, soggetto riconosciuto socialmente pericolo ai sensi della normativa antimafia.