Incendi, l'analisi della commissione nazionale

Non solo i piromani ma anche il fenomeno estorsivo e i pascoli tra i fattori scatenanti

Incendi, l'analisi della commissione nazionale

Oltre ottomila incendi, una media di 135 roghi al giorno nei soli mesi di luglio e agosto dello scorso anno. In Sicilia, secondo i dati forniti dell'European Forest Fire Information System (EFFIS) dall'inizio del 2021 sono andati in fumo oltre 78 mila ettari di territorio (esattamente il doppio dei 36 ettari andati in fumo nel 2020) pari al 3,05% della superficie dell’intera regione. Il fuoco non ha risparmiato neanche la provincia di Trapani. I roghi dello scorso anno che hanno duramente colpito il monte Erice ( l’ultimo lo scorso mese di maggio) hanno devastato la montagna. Ettari di boschi e macchia mediterranea in fumo, danni incalcolabili e indagini che difficilmente portano all’individuazione dei responsabili. Quali possono essere le cause che muovono le mani di chi, dolosamente, appicca un incendio? A dare una risposta ci ha provato la commissione parlamentare antimafia. La relazione finale dell’inchiesta, che ha preso il via l’8 giugno del 2021 è stata presentata nei giorni scorsi dall’onorevole Giuseppe Compagnone. “Come più volte ribadito nel corso dell’inchiesta non c’è una sola causa dietro il drammatico fenomeno degli incendi dolosi in Sicilia” ha detto il relatore, che ha anche sottolineato come occorra “distinguere caso per caso, anche in funzione della tipologia di area aggredita”.  Per Compagnone, “ci sono fenomeni più preoccupanti di altri, fra questi in particolare il fenomeno della “mafia dei pascoli” o comunque degli atteggiamenti criminali legati al controllo del territorio ed ai vantaggi, anche di carattere economico, che esso determina attraverso la possibilità di inserire nei fascicoli aziendali, i lotti di terreno assegnati ad uso pascolivo dalla Regione, al fine di richiedere i contributi europei.  Approfondito il tema dell’utilizzo dei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi e quello del business del fotovoltaico, ma gli elementi acquisiti, ed in particolare i meccanismi di protezione di cui ci si è dotati, per legge o per contratto, inducono ad escludere interessi criminali in questo settore”. Già nel 2020 il fenomeno degli incendi boschivi aveva colpito violentemente diverse aree del territorio regionale. Dal 28 al 31 agosto del 2020, secondo una stima del Corpo Forestale della Regione, i costi per l’estinzione degli incendi è stato pari a 726 mila euro. I costi per i danni ambientali si aggirano invece attorno ai 3 milioni e 500 mila euro. Secondo un’altra relazione, redatta dall’Ispettorato Forestale di Trapani, negli incendi che hanno duramento colpito lo Zingaro, Bosco Scorace, Buseto, Monte Cofano e Montagna Grande, i costi di estinzione sono stati di 459 mila euro e il danno ambientale, addirittura, di 5 milioni 705 mila euro. Nel Piano regionale antincendio boschivo (AIB) del 2020,  approvato con Decreto del Presidente della Regione siciliana, sono indicate le principali cause degli incendi dolosi verificatisi nella regione, così elencati: rinnovo dei pascoli; recupero dei terreni agricoli; industria del fuoco; estorsione e taglieggiamento; protesta contro le aree protette; speculazione edilizia; piromania. Il rapporto tra incendi e pascolo è un elemento che, sotto diversi punti di vista, è tornato frequentemente nel corso delle audizioni della Commissione Antimafia . “L'uso del fuoco – ricorda il Piano regionale AIB 2020 - è storicamente stratificato in aree a forte deficit di produzione foraggiera, per eliminare l'infestazione di specie erbacee ed arbustive poco appetite o non utilizzate. In tale contesto l’uso del fuoco rappresenta una pratica agronomica antichissima volta ad assicurare ai pastori diverse utilità: dal controllo delle specie infestanti (laddove risulta faticoso a impraticabile il ricorso allo sfalcio meccanico) alla volontà di stimolare e velocizzare il ricaccio di nuova vegetazione. Un altro fenomeno che, oltre ad essere riportato nel Piano regionale AIB, ha trovato dei riscontri in quanto rappresentato nel corso delle audizioni, affonda le sue radici nella convinzione, da parte di alcuni agricoltori, che bruciare i terreni migliori la loro produttività. Ciò induce ancora alcuni soggetti ad appiccare il fuoco che, a causa delle condizioni climatiche, sfugge poi al loro controllo. Fra le motivazioni di carattere economico e speculativo che possono celarsi dietro al fenomeno degli incendi boschivi è stato indagato il possibile nesso con investimenti nel settore del fotovoltaico. A stimolare l’attività della Commissione in questa direzione sono state le rivelazioni di alcuni agricoltori, ed alcune dichiarazioni di rappresentanti di Coldiretti e WWF. A tal proposito sembrerebbe escluso uno specifico vantaggio ad appiccare incendi da parte delle imprese interessate all’acquisto di terreni agricoli ai fini dell’installazione di pannelli fotovoltaici e ciò principalmente per due ragioni. La prima motivazione è riconducibile ai vincoli derivanti dalla legge n. 353 del 2000, che all’articolo 10 prevede: “Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all'incendio per almeno quindici anni.” La seconda motivazione è data dall’enorme disponibilità di terreni agricoli pronti alla vendita, a prezzi più che convenienti, tanto per i proprietari che spesso li tengono incolti, quanto per le imprese che si propongono per l’acquisto. Altro fattori indicati dal Piano regionale AIB quale causa degli incendi sono i fenomeni estorsivi o di taglieggiamento e quello degli incendi delle aree protette. I motivi che spingono ad appiccare incendi in parchi e riserve naturali possono essere diversi, dai limiti derivanti dai vincoli imposti per la protezione dell’ambiente naturale, ai mancati benefici di carattere economico conseguenti all’istituzione del regime di tutela.  “In una categoria a parte devono essere citati i piromani” si legge nel Piano regionale AIB 2020. Gli incendi appiccati da questi soggetti patologici sono vissuti come una sfida alle autorità. “Si tratta di individui con propositi di vendetta contro tutto e tutti, che si esprime nell'impulso irresistibile ad appiccare il fuoco”.