Mafia, inchiesta Ermes 2: la Cassazione annulla la sentenza di appello

Mafia, inchiesta Ermes 2: la Cassazione annulla la sentenza di appello

Annullata dalla Cassazione,  per alcuni capi d’imputazione, con rinvio in appello, per altri, invece, senza rinvio, la sentenza con cui, il 17 luglio 2020, la Corte d’appello di Palermo aveva confermato, con alcune riduzioni di pena per alcuni imputati, le condanne di 11 persone coinvolte nell’operazione antimafia “Ermes 2”.

L’indagine, condotta dalla polizia, il 20 dicembre 2016, sfocio’ nell’arresto, a Mazara del Vallo (Tp), di Epifanio Agate, 48 anni, figlio del defunto boss mafioso Mariano Agate, fedelissimo dei “corleonesi” in provincia di Trapani, dei fratelli Carlo Antonio e Giuseppe Loretta, di 55 e 42 anni, e di Angelo Castelli, di 77. Solo ai due fratelli Loretta e’ stata contestata l’associazione mafiosa, mentre ad Epifanio Agate l’estorsione aggravata dal metodo mafioso e attribuzione fittizia ad altri di quote delle societa’ “My Land” e “Fishmar” per evitarne la confisca da parte dello Stato. Agate, pero’, fu assolto dal gup Sala dall’accusa di estorsione e condannato per l’intestazione fittizia (tre anni e 8 mesi di carcere).

Sempre in primo grado, le pene piu’ severe furono per i fratelli Loretta, condannati sia per associazione mafiosa che per attribuzione fittizia ad altri di quote di societa’ (“Mestra” e “Medioambiente”). Carlo Antonio Loretta fu condannato a 14 anni di carcere, mentre il fratello Giuseppe a 7 anni e 8 mesi. Pene “limate” di alcuni mesi in appello. Due anni di reclusione, poi, furono inflitti dal gup ad Angelo Castelli, accusato di favoreggiamento a Cosa Nostra. Per intestazione fittizia, due anni anche per Grazia Maria Vassallo e Vita Anna Pellegrino, mogli di Giuseppe e Carlo Antonio Loretta, un anno e 8 mesi per Rachele Francaviglia, moglie di Epifanio Agate, un anno e mezzo al castelvetranese Filippo Siragusa, giornalista, un anno e 4 mesi a Nicolo’ Passalacqua, un anno e 2 mesi alla russa Nataliya Ostashko, dieci mesi e 20 giorni per Francesco Mangiaracina, marito di Nataliya Ostashko e cognato dell’ex capomafia mazarese, poi pentitosi, Vincenzo Sinacori. Per Passalacqua e Francaviglia pena sospesa. A difendere gli imputati sono stati gli avvocati Luigi Pipitone, Walter Marino, Ninni Reina, Paolo Paladino e Alfredo Gaito.