Strage di Pizzolungo: confermata condanna per il boss Galatolo

Strage di Pizzolungo: confermata condanna per il boss Galatolo

La Corte d'Assise d'appello di Caltanissetta ha confermato la condanna a trent'anni per il boss palermitano Vincenzo Galatolo accusato di essere tra i mandanti della strage di Pizzolungo. Una notizia che arriva a pochi giorni dalle commemorazioni. Dopo trentasette anni un altro pezzo di verità si aggiunge ad una storia ancora tutta da scrivere. Il tritolo era destinato al giudice Carlo Palermo. Nell'attentato morirono invece una mamma e suoi due figlioletti, Barbara Rizzo e i gemellini Giuseppe e Salvatore Asta di appena sei anni, feriti gravemente gli agenti della scorta, Totò La Porta, Nino Ruggirello, Raffaele di Mercurio e l’autista della blindata Rosario Maggio. Galatolo, boss dell'Acquasanta, venne condannato a trent'anni in primo grado nel novembre del 2020. In passato per la strage di Pizzolungo sono stati condannati in via definitiva i boss Totò Riina, Vincenzo Virga, Nino Madonia e Balduccio Di Maggio. Sono rimasti invece impuniti gli esecutori materiali della strage. La Squadra Mobile di Trapani, poco tempo dopo l'attentato aveva individuato i presunti responsabili, tutti appartenenti al clan mafioso di Alcamo, condannati nel 1990 in primo grado e poi assolti in secondo grado e in cassazione in via definitiva. Ad accusare Galatolo è stata la figlia Giovanna. Rimangono senza nome anche i mandanti esterni a Cosa Nostra. Chi oltre alla mafia voleva la morte di Carlo Palermo che a Trento, prima del trasferimento a Trapani stava indagando su presunti traffici di droga, armi e riciclaggio di denaro che finivano nelle casse del Psi di Bettino Craxi? Una domanda che l'ex magistrato, oggi avvocato, continua a farsi da ben trentasette anni.