Green Pass, protesta del Piccadilly bar a Trapani

All'interno della loro attività commerciale, l'applicazione degli obblighi sul certificato verde è sospesa

Green Pass, protesta del Piccadilly bar a Trapani

Da oggi scatta l'obbligo di verifica del green pass per i lavoratori ma a Trapani, il Piccadilly bar, ha deciso di non adeguarsi. E lo comunica ufficialmente con tanto di lettera aperta alle Autorità preposte. All'interno della loro attività commerciale, l'applicazione degli obblighi sul certificato verde è sospesa, su decisione del titolare Antonio Maccotta. 

Ecco, di seguito, la lettera aperta che ha diffuso ieri pomeriggio.


LETTERA APERTA!
Pur riconoscendo l’EFFICACIA NORMATIVA del decreto legge 21 settembre, e dei suoi OBBLIGHI, in merito alla convinzione che questi smettano di produrre i loro effetti giuridici quando entrano in contrasto, con altre leggi dell’ordinamento giuridico italiano ed europeo, a partire dal 15 Ottobre 2021 in questa attività ne e’ SOSPESA la loro applicazione.
Secondo la nostra linea difensiva, il rispetto della legge deve essere garantito nella sua interezza. Ecco perché la nostra amministrazione agirà secondo l’iter  previsto dalla legge, in modo particolare secondo l’iter previsto dell’art.5 del decreto legislativo n.33/2013. Abbiamo infatti richiesto al garante della privacy un suo parere formale sul decreto citato (FOIA).
A norma di legge, infatti, avviato l’Inter normativo questa azienda ha diritto di sospendere l’applicazione degli articoli oggetto dell’appello. Lo stesso iter legislativo e’ stato avviato per quanto riguarda la sospensione degli obblighi previsti dal decreto legge 23 luglio 2021 n.105 in merito all’obbligo di green pass per consumare all’interno della nostra attività commerciale.
Ad oggi, non risulta ancora pervenuto l’atteso parere da parte del Garante,  almeno non secondo l’Inter legislativo avviato, il che legittima la nostra  amministrazione a continuare la sospensione di tutte quelle norme in vigore (o in vigore dalle prossime 24 ore). Crediamo fermamente che il rispetto della legge sia doveroso, per questo i nostri avvocati ci hanno informato dei rischi legali che incorrerebbe questa amministrazione applicando quanto previsto dai decreti legge nella misura in cui sono in conflitto con altre legge altrettanto cogenti nel nostro ordinamento, per meglio dire gerarchicamente superiori. Sempre secondo la nostra linea difensiva, l’applicazione degli obblighi indicati non è applicabile nemmeno in giustificazione del grave stato di crisi sanitaria. Infatti anche nell’ipotesi entrassero in vigore le leggi relative allo Stato di Emergenza  Nazionale, questi obblighi sarebbero ammessi solo se emanati secondo l’iter legislativo indicato dalla stessa, che presume innanzi tutto una dichiarazione di emergenza emanata dal sindaco tramite ordinanza. Atto legislativo che non ci risulta essere mai stato emesso e che in ogni caso avrebbe un durata molto più breve dall’attuale 31 Dicembre indicato. Il paradosso legale è che gli stessi atti governativi citano le leggi sulla sicurezza nazionale, ma dimenticando che l’intervento del Governo viene legittimato solo secondo il principio di sussidiarietà
dell’amministrazione pubblica, una volta infatti che Comune, Provincia e Regione ne abbiamo fatto progressivamente richiesta.
Nel nostro caso concreto inoltre, le sanzioni disciplinari indicate non sono  compatibili con il nostro regolamento aziendale, e non trovano nessun tipo di applicazione in materia di SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO.
Questa amministrazione, essendo responsabile della sicurezza, e’, infatti, tenuta a seguire le indicazioni che negli scorsi giorni son state espresse dal associazione nazionale dei medici aziendali che in modo chiaro ed inequivocabile ha escluso la competenza dei medici del lavoro nel prendere parte a qualsiasi tipo di  coinvolgimento davanti qualsiasi tipo di azione intrapresa dai datori di lavoro contro i propri lavoratori sulla base della violazione degli obblighi del Decreto in vigore dal 15 ottobre semplicemente perché quest’ultimi, non possono, in nessun caso, rientrare all’interno delle leggi relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Davanti a questa confusione legislatura, senza nessuna tutela, senza nessuna indicazione inoltre sulle modalità di applicazione delle sanzioni ai lavoratori di questa azienda, e senza inoltre aver ben chiaro quale legge dell’ordinamento giuridico italiano, darebbe a questa amministrazione il potere di applicare questo tipo di provvedimento, non ha altra possibilità che rivolgersi agli organi dello Stato preposti a darne precisa risposta.