Pantelleria, nuovo sbarco di migranti: l'emergenza approda in Consiglio

L'Assise civica approva un documento per fronteggiare il problema

Pantelleria, nuovo sbarco di migranti: l'emergenza approda in Consiglio

Ancora uno sbarco di migranti a Pantelleria. Quindici persone, probabilmente di nazionalità tunisina sono riusciti a raggiungere a bordo di un piccolo gommone le coste dell'Isola approdando a cala Nikà. Testimoni, i numerosi bagnanti presenti. Il gruppetto, dopo aver abbandonato il gommone sono fuggiti a piedi. 

Frattanto per fronteggiare l'emergenza all'interno del piccolo centro di prima accoglienza dell'isola che insiste nei locali dell'ex caserma Barone, in contrada Arenella, il consiglio comunale, venerdì scorso ha approvato un documento con una serie di richieste avanzate al Governo Draghi. 

Le richieste in sintesi : 

1.  Avere una nave in rada che consenta il trasferimento dei migranti, qualora in numero eccessivo rispetto alla capienza ordinaria del centro presente sull’Isola. La nave in rada garantirà che tutte le norme anti-Covid possano essere rispettate e si potrà mantenere un numero accettabile di presenze all’interno del centro

2. Trasferimento sulla terraferma dei migranti in tempi brevi come previsto dalle norme. Il fatto che sia comunque prevista una quarantena, a prescindere dalla positività dei soggetti, da trascorrere nel punto di approdo cozza con la necessità di garantire la sicurezza sanitaria e di ordine pubblico, dati i limitati spazi del centro attuale. Le esperienze di altre Regioni che si confrontano col medesimo problema dimostrano che i trasferimenti in sicurezza con mezzi idonei possono essere fatti in tranquillità.

3. La necessità di avere sull’Isola un contingente di forze di polizia idoneo per la vigilanza del centro. Non è ammissibile vedere migranti in giro sull’Isola dopo essere già registrati ed entrati nel centro di accoglienza (si allegano alcune foto). Tutto ciò crea allarme sociale e già abbiamo assistito a qualche rimostranza e invettiva contro gli stessi migranti. È chiaro che i migranti non sono sottoposti ad un regime di detenzione, ma è vero, anche, che l’eventuale regime di quarantena sanitaria necessita di una attenta vigilanza per evitare contatti con la popolazione civile.

4. La necessità di posizionare al porto un presidio sanitario in grado di eseguire subito i controlli anti-covid, evitando ciò che si è verificato anche in passato: la promiscuità in un luogo ristretto come l’attuale centro con il rischio, in caso di soggetti positivi, di dover mettere in quarantena un numero importante di migranti e/o di far espandere il contagio su chi è già risultato negativo.

5. Far giungere sull’Isola ulteriori operatori sanitari per questi mesi di emergenza che svolgano precipuamente attività di visita medica e tampone dei migranti in arrivo. Non è possibile caricare tutto il peso sull’Ufficio Igiene e sull’Usca del territorio, perché non hanno personale sufficiente e l’attività svolta al Centro Migranti annulla o limita sensibilmente l’attività sul territorio. Usmaf e Asp sono obbligate ad intervenire con urgenza perché la situazione non è più sostenibile. 

6. Attivazione di un presidio antincendio temporaneo all’interno del Centro, come del resto esiste anche a Lampedusa, considerato il rischio incendio costante. Proprio qualche giorno fa si è verificato l’incendio di una tenda, ulteriore segno di quanto sia necessaria la stipula di un accordo di collaborazione tra il Dipartimento delle Libertà Civili e l’Immigrazione ed il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile.