Denise Pipitone, errori nelle indagini e false piste (VIDEO)

Denise Pipitone, errori nelle indagini e false piste (VIDEO)

"Abbiamo avuto grossi problemi. Abbiamo capito che dopo tre giorni tutte le persone sottoposte a intercettazioni già sapevano di essere sotto controllo. A un certo punto, quando ho avuto la direzione delle indagini, ho fatto finta di smettere di intercettare e poi ho ripreso da capo con forze di polizia diverse, nel disperato tentativo di salvare il salvabile".

Parole dure quelle della Pm Maria Angioni -  che nel 2004 si era occupata della scomparsa della piccola Denise Pipitone - pronunciate nel corso della trasmissione di Milo Infante "Ore 14" in onda su Rai due. Prima di lei, mentre l'Italia attendeva l'esito dell'ultima segnalazione che portava fino in Russia, alla giovane Olesya Rostova anche l'ex Procuratore di Marsala, Alberto Di Pisa, in un'intervista rilasciata all'Adnkronos ha ricordato gli "errori" commessi nel corso delle indagini.

Di Pisa ha anche fatto riferimento al processo che portò alla sbarra Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, assolta in tutti e tre gradi di giudizio. "Sono convinto che tutto nasca da lì - ha affermato -. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto. Ma era un processo indiziario, non c'erano prove evidenti". 
Ed in effetti di errori e stranezze sul caso della scomparsa della bimba di Mazara del Vallo ne sono emersi parecchi, durante i vari dibattimenti che hanno portato a nulla di fatto. L'ultimo atto nel 2017 quando la Corte di Cassazione, confermando la sentenza di primo e secondo grado ha assolto Jessica Pulizzi perchè "contro di lei solo indizi non prove". 
Proviamo a ripercorrere l'intera vicenda
1 Settembre 2004: Denise Pipitone scompare da Mazara del Vallo. La bimba giocava di fronte l'abitazione della nonna, in via Domenico La Bruna, nei pressi del cimitero. L'ultima ad averla vista è la zia attorno alle 11,30. Da allora di Denise si perde ogni traccia. 
Piera Maggio, interrogata, svela subito la vera identità del papà di Denise, nata da una relazione extraconiugale con Piero Pulizzi, e punta immediatamente il dito la figlia dell'uomo, Jessica e l'ex moglie Anna Corona (questo aspetto lo vedremo in seguito) 
Per un anno fino al 2005 sono tante le piste battute, dal rapimento da parte degli zingari al traffico d'organi. Il 29 settembre 2004, a Rimini, una segnalazione fece scattare un blitz dei carabinieri in un campo nomadi che si concluse con esito negativo.

L'episodio più emblematico rimane quello del 18 ottobre, un mese e mezzo dopo la scomparsa di Denise. Una guardia giurata Felice G., a Piazza Ohm a Milano filma con il cellulare una bambina in compagnia di alcuni nomadi. La bimba, che nonostante la giornata calda ha il capo coperto da un cappuccio, somigliava in maniera incredibile alla piccola Denise. La guardia avverte la Polizia, ma al loro arrivo della piccola e dei nomadi nessuna traccia. Resta il video in cui si sente una donna chimare "Danas" ed una vocina che risponde "dove mi porti?". 

2005 arriva la svolta: le indagini si concentrano sulla pista della vendetta familiare e su Jessica Pulizzi. La ragazza, all'epoca diciassettenne, per gli inquirenti avrebbe rapito la sorella per gelosia e per punire Piera Maggio.
Nel 2010 si apre il processo di primo grado nei confronti di Jessica. Tanti i colpi di scena emersi nel corso del dibattimento.

La perquisizione nell'appartamento sbagliato: a riverarlo nel corso di una delle udienze del processo celebrato a Marsala fu il maresciallo Francesco Di Girolamo che ammise, senza saperlo di aver controllato l'appartamento sbagliato. Piuttosto che l'abitazione di Anna Corona, venne perquisita la casa di una vicina.

Le intercettazioni: C'è la vicenda della microspia piazzata dietro il condizionatore acceso all'interno del commissariato di Mazara del Vallo. A sollevare la questione di questa intercettazione "fallita" fu all'epoca l'avvocato di Piera Maggio, Frazzitta. Anna Corona e Jessica Pulizzi vengono chiamate in commissariato, ma la microspia nella sala d'attesa viena piazzata dietro un condizionatore con le finestre aperte. Non è dato sapere cosa si siano dette le due in quell'occasione. E c'è poi la questione sollevata nel corso del dibattimento di primo grado dall'allora consulente della Procura, il perito informatico Gioacchino Genchi. Si scopre che nei giorni successivi alla scomparsa di Denise il numero di Anna Corona aveva avuto, in quei giorni, 1175 contatti con il cellulare di una sua amica, Stefania Letterato. Genchi chiede che questo secondo cellulare venga anch’esso intercettato. E subito si interrompono i contatti tra i due numeri, come se le donne sapessero che erano sotto controllo. La Corona smette di chiamare l’amica, la Letterato smette proprio di usare il cellulare… “Questo fatto ha compromesso fortemente le possibilità di ritrovare Denise”, disse all'epoca Genchi ascoltato in aula. 

Il 27 giugno 2014 Jessica Pulizzi viene assolta dal Tribunale di Marsala con l’accusa di concorso nel sequestro di Denise, assolta per non aver commesso il fatto e per mancanza di prove. Verrà assolta anche in secondo grado e in cassazione. 
L'ultimo atto di questa triste vicenda è stato ricordato ieri dall'avvocato Giacomo Frazzitta ospite del programma Chi l'ha Visto? Un video girato dal legale in cui a parlare è un uomo Battista Dalla Chiave, sordomuto, oggi deceduto, che afferma di aver visto Denise viva. Quell'uomo però non è mai stato ascoltato.

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