Operazione Scorpion Fish, pene ridotte in appello

Operazione Scorpion Fish, pene ridotte in appello

Ridotte in appello le pene per quattro dei presunti trafficanti di uomini e tabacchi, coinvolti nell'operazione "Scorpion Fish" messa a segno nel 2017 e che portò alla luce tutta una serie di traffici illeciti tra le coste marsalesi e la Tunisia. Il procuratore generale, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la conferma di tutte le condanne di primo grado. La Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino,  ha invece accolto la tesi difensiva degli avvocati Fabio Sammartano, Stefano Pellegrino, Giuseppe Sodano e Carmine Agostino. I legali nel corso delle loro arringhe hanno sostenuto che quelli operati dai loro assistititi fossero isolati viaggi transnazionali, che non vi fosse, insomma, tra gli imputati un vincolo criminale associativo. Sei anni e otto mesi per Jabranne Ben Cheikh (in primo grado 7 anni e 4 mesi);  sei anni e sei mesi per Chiheb Hamrouni, (in primo grado 7 anni e 4 mesi); cinque anni e dieci mesi per  Tarek Ben Massoud,  (in primo grado 6 anni e 8 mesi); infine la fiorentina Simonetta Sodi pena ridotta a 2 anni e 6 mesi (in primo grado 3 anni e 4 mesi).  Confermata la condanna di primo grado, 6 anni e 8 mesi, per i marsalesi Salvatore e Angelo Allegra, fratelli, pescatori, disponendo il  rinvio degli atti alla DDA di Palermo per eventuali ipotesi di concorso di reato in alcuni capi di imputazione.