Dopo un anno e mezzo di attesa è stata estumulata la salma di Giuseppe Vesco. E' lui l'uomo chiave del mistero della casermetta di Alcamo Marina. Fu proprio lui a chiamare in causa Gulotta, Ferrandelli e Santangelo, in un primo momento condannati per la morte dei carabinieri Apuzzo e Falcetta, poi tutti assolti nel processo di revisione, dopo le dichiarazioni fornite dall'ex militare dell'arma in pensione Renato Olino e le inchieste giornalistiche di Maurizio Macaluso. Vesco che in un primo momento aveva ammmesso di aver partecipato alla strage della casermetta di Alcamo Marina, in un secondo tempo aveva ritrattato tutto. Al processo però non arrivò mai: un anno dopo l'arresto fu trovato impiccato nel bagno dell'infermeria dell'allora carcere di San Giuliano a Trapani. Un suicidio rimasto avvolto nel mistero. Come avrebbe fatto Vesco ad impiccarsi da solo, essendo monco di una mano?

Anni dopo la sorella di Giuseppe Vesco ha affermato di aver visto il fratello vivo, camminare per le strade di Alcamo. Da lì la richiesta di riesumare la salma di Vesco. Lo scorso 15 aprile dopo la prima istanza presentata il 30 settembre del 2019 dall'avvocato Santino Butera, presso il cimitero di Alcamo si sono svolte le operazioni di estumulazione dei resti di Vesco. Da alcune prime indiscrezioni, il corpo sembrerebbe proprio il suo. Allo scheletro manca infatti una mano, ma non solo, a differenza di quanto affermato dalla sorella sui resti ci sarebbero evidenti segni di un esame autoptico, particolare questo di cui i familiari non hanno alcun ricordo. Nonostante tutto, la sorella di Vesco e l'avvocato Butera andranno avanti. E' probabile che verrà richiesto il prelievo di qualche campione per la comparazione del DNA e anche i rilievi dell’arcata dentaria.