Cosa succede nel Mediterraneo?

L'intervista al professore Fulvio Vassallo

Cosa succede nel Mediterraneo?

Di Pamela Giacomarro

Senza le Ong in mare si parte di meno. Un ritornello che abbiamo sentito tante, troppe volte, smentito dagli eventi degli ultimi giorni. Gli sbarchi "autonomi" proseguono sulle coste di Sicilia e Sardegna, nonostante i porti chiusi per l'emergenza covid19 e nonostante la scoparsa delle navi delle organizzazioni non governative sotto sequestro. I disperati, in fuga dalle guerre o semplicemente in cerca di fortuna, continuano a tentare la traversata verso le coste europee. Imbarcazioni in balìa delle onde e del braccio di ferro tra Italia e Malta. Ma cosa succede nel Mediterraneo? E' vero che è in corso un'invasione di Tunisini? Ne abbiamo parlato con il professore Fulvio Vassallo Paleologo, componente della clinica legale  per i diritti umani  dell'Università di Palermo, tra i fondatori dell'associazione Diritti e Frontiere. "Nessuna invasione. I numeri dei tunisini che sbarcano sulle nostre coste - spiega il professore Fulvio Vassallo Paleologo - sono uguali a quelli degli anni passati ed in un periodo in cui la gente parte alla ricerca di lavoro nelle campagne. Questo è un dato storico. Fino al '96 i tunisini entravanoregolarmente. Va sfatato il mito del migrante economico. Bisogna modificare i termini delle regolarizzazioni. Un clandestino, diventa infatti preda facile della criminalità organizzata. Negli ultimi sbarchi, inveisce va sottolineata la presenza di molte donne provenienti dalla Costa D'Avorio, spesso vittime di tratta". Come mai nessuno si accorge della presenza di queste imbarcazioni se non a ridosso delle coste? "Non esiste nessun controllo del Mediterraneo - spiega Vassallo - le navi delle Ong, per esempio l'Alan Kurdi e l'Aita Mari, sono sotto sequestro al porto di Palermo e da tempo le motovedette italiane pattugliano le acque a dodici miglia dalle nostre coste. Come fanno altri stati che si affacciano sul Mediterraneo. Nessuno presidia le zone al largo. Il monitoraggio è affidato ai mezzi aerei di Frontex. Tutte le imbarcazioni individuate in alto mare, che si trovano in situazioni di "distress" vanno soccorse subito, non guardate dall'alto. Invece - prosegue il professore -  si attende che arrivino i libici". Poi c'è il caso Malta. Da alcune inchieste giornalistiche ed immagini pubblicate dall'Ong Alarm Phone, sarebbe emerso come le autorità maltesi spingano i barconi verso l'Italia, ma non solo, pare che Malta abbia utilizzato alcuni pescherecci privati per effettuare dei veri e propri respingimenti verso la Libia, in violazione delle norme internazionali. "L'Unione Europea - dice ancora Vassallo - così come ha previsto degli aiuti per il covid19, dovrebbe stanziare delle somme per far ripartire le missioni di soccorso in mare. La gente intanto va salvata, poi una volta giunta a terra si segue quanto previsto dalla legge, si effettuano i rimpatri, si valutano le richieste d'asilo, si valuta caso per caso. Altro punto importante - prosegue - è la revisione dell'inesistente zona Sar libica, non riconosciuta da nessuno ma che legittima il lavoro sporco della sedicente Guardia Costiera Libica, malgrado le collussioni, provate, con i trafficanti. Frontex - aggiunge il professore - non può ignorare tutto questo. La Libia, alle prese con un sanguinoso conflitto interno, non è un porto sicuro. Purtroppo sappiamo poco di quello che accade nel Mediterraneo. Frontex agisce in gran segreto. Quello che succede, avviene  in violazione delle garanzie previste dalle convenzioni internazionali in materia di rifugiati, soccorso in mare e diritti umani". Tra le altre soluzioni suggerite da Vassallo, "la riapertura dei porti ancora chiusi a causa dell'emergenza coronavirus". "Abbiamo avuto modo di constatare come non sono di certo gli sbarchi che possono causare il collasso del sistema sanitario. Con il coronavirus sono emerse le criticità di anni ed anni di mala gestione del sistema sanitario nazionale, tagli, privatizzazioni, di cui fino ad oggi si è preferito non parlare. Ovviamente, - conclude - vanno abrogati i dereti sicurezza che ancora oggi consentono processi come quello della Juventa a Trapani o quello nei confronti del comandante Carola Rackete, colpevoli di umanità, di aver salvato delle vite in mare". Ed a proposito di salvataggi in mare, la giunta per le immunità del Senato, ha respinto la richiesta dei magistrati siciliani di rinviare a giudizio l'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per il caso Open Arms. "Il voto della Giunta al Senato - dice Vassallo - contrasta con quanto accertato in diverse decisioni di alcuni tribunali che hannon archiviato la maggior parte dei procedimenti contro le Ong. L'obbligo di soccorso infatti si completa solo con lo sbarco dei naufraghi a terra come affermato da una sentenza della Corte di Cassazione. Sentenza tradita dalle prassi adottate dal Governo Italiano che ancora ritarda lo sbarco dei naufraghi, con la scusa della quarantena trascorsa a bordo di navi al largo delle coste siciliane". Tra gli argomenti che hanno infiammato i dibattiti, scatenando diverse polemiche, il decreto legge del ministro Bellanova. "Preferirei parlarne il giorno 29 - sottolinea Vassallo - però una cosa va evidenziata. Per come è stato concepito, c'è il forte rischio che riparta il mercato dei documenti falsi, pagati a caro prezzo dai migranti, pur di ottenere il permesso di soggiorno, parlo per esempio di falsi contratti di lavoro, come avveniva in passato".